giovedì 29 maggio 2014

Pontormo e Rosso Fiorentino in mostra a Firenze

E'dall'8 marzo che Palazzo Strozzi ospita la mostra dedicata a due grandi pittori della città, Pontormo e Rosso Fiorentino. I due sono quasi sempre nominati in coppia e diventano inscindibili per chi, come me, ha studiato storia dell'arte alle superiori. Facevo un po'confusione a distinguerli.

La mostra però mi attirava e avendo tempo fino al 20 luglio, mi sono decisa solo qualche giorno fa ad andarla a vedere. E'aperta tutti i giorni dalle 9 alle 20 (fino alle 23 il giovedì sera) e il biglietto intero costa 10€, ma essendo socia Coop, ho ottenuto la riduzione a 8€.

Per le famiglie ci sono molte attività correlate, tra cui quella del bloc notes: ogni bambino riceve un album da disegno sul quale poter "copiare" le opere osservate o prendere spunto per creazioni originali.

Non ho preso l'audioguida, ma i pannelli e la disposizione dei dipinti (a volte, davvero grandiosi) permetteva una buona comprensione della storia dei due artisti, che si sono formati nella Scuola di Andrea del Sarto, il pittore della perfezione, per poi intraprendere strade diverse.

Divergenti vie della "maniera":recita infatti il sottotitolo della mostra. E'il manierismo ad unirli, ma la corrente artistica del XVI secolo sarà interpretata dai due in maniera personale. Mi è sempre piaciuto quel periodo, per la rivolta contro i canoni considerati adeguati agli standard (come se esistessero davvero standard nell'arte...) e per quell'atmosfera dei soggetti dei dipinti.


Anche i temi religiosi perdono quasi di solennità e diventassero umani: occhi sgranati, guance scarne, occhiaie profonde e colori sgargianti. Soprattutto nei dipinti del Rosso si nota questa vena quasi esoterica ed anche per questo motivo, egli trovò fortuna all'estero, presso Fontainbleau.

Pontormo invece divenne l'artista della famiglia de'Medici, pur rivisitando la tradizione e le sue opere sono poi quelle che preferisco: è come se conferisse animosità alle figure che dipinge.

Alla fine della mostra, una chicca: il video The Greeting di Bill Viola, dove l'artista contemporaneo ricrea la Visitazione del Pontormo, dilatandone il momento nel tempo.

lunedì 26 maggio 2014

Un viaggio nei Piccoli Mondi Rotondi

Ci sono tanti modi di viaggiare ed uno di questi è attraverso le storie. I libri raccontano vicende e avventure che fanno sognare, ma è solo parlando con le persone che ci si trova catapultati in pianeti inesplorati e nascosti, di cui non si era a conoscenza.

In poche parole vi ho descritto il mio incontro con Orsola Poggi ad Artigianato & Palazzo a Firenze, dove partecipavo come autrice di Viaggi Low Cost, per cui ho scritto il post conclusivo. Parlava di passione e di tradizioni, parlava di sentimenti e di vita, parlava degli altri facendo venir fuori se stessa.

Il viaggio di cui vi scrivo oggi è quello nei suoi Piccoli Mondi Rotondi: uova di struzzo dipinte, ovetti con aforismi e applicazioni, giardini da balcone realizzati sempre con uova tagliate a metà. Descrivendola così può sembrare anche un'arte molto banale e al di là del gusto estetico, non sembrerebbe interessante saperne di più. Invece ascoltando le spiegazioni di Orsola si rimani incantati nello scoprire quello che questo oggetto può rappresentare.

L'uovo rappresenta la vita, il futuro e questa è una credenza comune in tutte le culture, sin dall'antichità. Le sue superfici candide e levigate ben si prestano per essere dipinte e i Piccoli Mondi Rotondi lo diventano quando su di essi, viene illustrata la biografia di una persona: i simboli del Cammino di Santiago per un pellegrino, ideogrammi per un amante dell'Oriente, mappe di tutti i continenti per un viaggiatore.

Ed ecco che l'uovo diventa un mondo e osservandolo si può viaggiare nella vita dell'altro. Un oggetto prezioso dunque ed estremamente personale, che va oltre al ritratto o al racconto scritto. 

"Il mio mestiere è molto simile a quello dei tatuatori" confida Orsola ed è così, perchè con un Piccolo Mondo Rotondo, ci viene offerta la possibilità di aver inciso per sempre la nostra esistenza, magari in un momento di particolare importanza.
Foto di F. Bartolini
I gusci di uova poi possono trasformarsi in raccoglitori biodegradabili per diventare vasi per far crescere germogli e piantine, su basi di creta e paglia. Gli egg planter, realizzati in collaborazione con la designer Barbara Pastor, sono stati anche presentati anche al Fuori Salone e l'elegante composizione di uova con germogli e un supporto trasparente, nel quale si potevano scorgere acqua, spighe di grano, sale e riso, rappresenta la Vita per eccellenza. 


Pensate alle uova e alle origini della tradizione cristiana di Pasqua: nell'iconografia, il simbolo rotondo significava la resurrezione e nelle catacombe ne sono stati trovati tanti. Mi viene poi in mente Figueres e tutte le uova che Dalì ha voluto per abbellire il suo museo, simbolo di ricchezza e abbondanza.

L'altro giorno una ragazza ungherese mi raccontava della loro secolare tradizione di "innaffiatura" delle uova, una delicata tecnica di decorazione, e dell'usanza da parte delle ragazze di regalarne al proprio innamorato: chi ne regalava di più vinceva il corteggiamento. Non sto a spiegare le chiare allusioni alla fertilità.

I Piccoli Mondi Rotondi sono tutti da scoprire e voi... conoscete altre usanze che hanno a che vedere con le uova? Raccontandocele, potremmo quasi girare il mondo!

domenica 25 maggio 2014

Prato: un week end nella mia città

Questo fine settimana ho deciso di rimanere a casa, complici le elezioni e il compleanno da festeggiare con gli amici. ;) Viaggiare è il motore della mia vita, ma ogni tanto fermarsi e assaporare i luoghi in cui si è cresciuti, magari passeggiando e osservando, scoprendo angoli nascosti e riscoprendo scorci che non ricordavano, mi serve per capire la grande fortuna che ho avuto nel nascere nella bella terra che è la Toscana.

Prato è una città industriale, di origine medioevale, con il suo bel Duomo in marmo (di Prato, appunto) e la sua cerchia muraria. Non è molto famosa per il turismo e la vicinanza all'imparagonabile Firenze non aiuta. Eppure sta tirando fuori quel fascino delle città nascoste, dove i suoi abitanti non hanno mai avuto il tempo di fermarsi a osservarne le bellezze perchè c'era da lavorare, ma ora, con la crisi, si può trovare un attimo per rilassarsi e alzare la testa a guardare quello che Prato ha da offrire.

Insomma, Prato non è bella, è un tipo.

Questi giorni sono stati densi di appuntamenti e vedere il centro storico così vivo e pieno di gente è sempre un piacere. Innanzitutto, da buona amante dell'arte contemporanea, mi sono goduta le opere di Prato Contemporanea, disseminate in giro per la città fino a luglio.

Il restyling del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci è quasi giunto al termine e per questo si è iniziato a "sensibilizzare" la cittadinanza con installazioni gratuitamente fruibili al pubblico, poichè posizionate in luoghi strategici. Prime fra tutti, le mura che si sono vestite a festa con un mantello di magliette colorate; il Cassero medioevale illuminato dal Passo della luce, il Palazzo Datini rallegrato dai balli colorati della Danzatrice e la Piazza Buonamici, dove una sognatrice apre gli occhi al calar delle tenebre.


Fino a questa sera, via Santa Trinità invece è la sede della prima edizione della manifestazione Street Food, dove una mappa d'Italia presenta le varie specialità take away di ogni regione e inaugura la passeggiata tra i banchetti pieni di prelibatezze da mangiare sul posto.

Dagli arrosticini abruzzesi alla piadina romagnola, dalla porchetta di Ariccia alle bombette pugliesi: la scelta è davvero varia, anche se i prezzi non tanto popolari. Il mio consiglio è sempre lo stesso: condividete per poter assaggiare più cose e spendere meno. Le panchine e i tavoli sono stati ricreati con balle di fieno, dando alla via un'atmosfera più tranquilla e campagnola. Un dj set accompagna la serata all'insegna del buon cibo.

Il piatto più insolito che ho provato è stato il chocokebab, una crépe strapiena di scaglie di cioccolata, nutella e panna montata: adatta solo agli stomaci resistenti! Però ricordatevi Il mondo iniziò con un peccato di gola: il motto degli street fooders è scritto ovunque.


Anche la Festa dell'Energia alle Cascine di Tavola terminerà in serata e prevedeva l'evento Voliamo con i colori, una manifestazione a carattere nazionale di appassionati di aquiloni. Non avrei mai creduto di divertirmi tanto in un pomeriggio a tutto relax, distesa al sole del parco. 

Gli aquiloni hanno iniziato ad alzarsi a decine: tra quelli dei bimbi più semplici e con le figure di cartoni animati, si confondevano quelli professionali dalle forme più disparate. Un orsetto, una rana con girino a seguito, un cuore e persino un enorme David di Donatello ornato con i gigli fiorentini sormontavano il cielo del Pratone delle Cascine.

Oltre al punto ristoro e alla bancherella dove poter acquistare gli aquiloni, tanti laboratori per i bambini. Questa volta ho solo osservato, ma chissà che non decida di cimentarmi alla prossima aquilonata con una mia coloratissima creazione! ;)


Seguitemi su Instagram o Facebook per curiosare tra le bellissime foto scattate in questi giorni.

lunedì 19 maggio 2014

Osteria di Santo Spirito, mangiare a Firenze spendendo la metà

Ormai sapete bene quello che penso dell'Oltrarno fiorentino: è il quartiere dove si respira la vera aria fiorentina, per la sua vitalità a qualsiasi ora del giorno e della notte e per quel clima un po'bohémien che lo caratterizza. Piazza Santo Spirito è di certo il fulcro della zona e la sua chiesa, con le sue linee semplici ed essenziali, è diventata il simbolo del rione.

L'Osteria di Santo Spirito si trova proprio nell'angolo più interno della piazza e dai tavolini all'esterno, si può cenare avendo una visione completa di quello che accade sui vicini giardinetti o sulle scalinate dell'edificio sacro. All'interno, invece, un locale che rispecchia l'anima del quartiere tanto caro a Pratolini.

L'arredamento è quello da tipica trattoria: tavoli e sedie in legno semplici. Le pareti sono tinte di rosso scuro e sul soffitto, tante lucine illuminano il locale in maniera molto soft. Il posto è dunque adattissimo sia per cene a due sia per una serata tra amici ed è molto frequentato da turisti: prenotare è sempre consigliato.

Parliamo di cose serie: il menù. E'ricchissimo: da piatti semplici a specialità fiorentine, dalla pizza alle insalatone. Aggiungeteci una bella cantina di vini rossi e bianchi e mettete da parte l'indecisione. Tenete presente che le pietanze, servite in piatti in ceramica toscana, sono abbondanti ed è possibile ordinare mezze porzioni, risparmiando anche un po'. Provate gli gnocchi: una vera bontà!

Il servizio è abbastanza alla mano e molto spiccio: il locale è sempre pieno. Quando riuscirò a trovare posto, ci ritornerò sicuramente, perchè è una delle poche osterie caratteristiche, con prezzi ragionevoli, che si trova proprio nel mezzo della Firenze che piace a me.

domenica 18 maggio 2014

Lari, il borgo della ciliegia nel pisano

Di ritorno dalle terme di Casciana, mi sono imbattuta in un paesino arroccato su un colle, contrassegnato come Bandiera Arancione del Touring Club Italiano: Lari. Ci siamo subito addentrate tra le vie chiuse in palazzetti storici per arrampicarci fino alla strada che conduce al castello.

Il Castello dei Vicari infatti è proprio al centro del centro abitato e si dice fosse già abitato in epoca etrusca. E'possibile visitarlo ed è interessante da un punto di vista strutturale perchè l'edificio ha mantenuto l'architettura originale, sebbene fosse diventato carcere, poi tribunale, cancelleria, abitazione del Vicario...


Il sito dell'Associazione che lo gestisce vi spiegherà tutti i dettagli, anche per chi fosse interessato ad affittarlo per matrimoni e meeting. Mi sono fermata nel cortile centrale, molto carino con gli stemmi alle pareti e il pozzo: da qui si gode una bellissima vista a 360° dei dintorni.

Lari è poi la città della ciliegia e della sua sagra, famosa in tutta Italia. Quest'anno si svolgerà dal 26 maggio al 3 giugno: chissà che non rifaccia un'altra visita a questo bel borgo proprio in quelle date?! Chi ci è stato mi ha raccontato che è un evento molto seguito nella zona e il centro è stracolmo di gente, che ha voglia di degustare, oltre alle varie tipologie di ciliegie, altri prodotti enogastronomici locali: il vino delle colline pisane non è affatto male! ;)


In mancanza di ciliegie, mi sono rifatta con un'altra specialità gastronomica di Lari: la pasta artigianale Martelli, un'azienda a conduzione familiare che produce con il metodo di una volta. Oltre ai fusilli di Pisa (si chiamano così perchè la loro forma ricorda la Torre pendente), ho comprato anche una confezione di spaghetti: in tutti e due i casi, un ottimo acquisto! La pasta è molto porosa e si adatta bene ai sughi.

Contattando il pastificio, si dovrebbe anche poter programmare una visita del laboratorio di produzione artigianale, un'ottima sosta prima di completare la vostra passeggiata nella godereccia Lari.

lunedì 5 maggio 2014

Ambra di Talamello, dove mangiare il vero formaggio di fossa

A livello gastronomico, ho l'innamoramento facile, ma vi assicuro che la Locanda dell'Ambra di Talamello, nella Valmarecchia, è davvero un ristorante da provare. Ci sono stata ieri sera e non ho trovato una cosa che stonasse: dall'ambiente al servizio, dai piatti al prezzo.

Si trova proprio nel centro storico del paesino in provincia di Rimini, in una piazzetta con una bella fontana e una vista panoramica della valle. Si entra nel locale e nella prima parte c'è una sorta di reception, dove si vendono anche prodotti tipici al dettaglio. 

La Locanda offre infatti anche alloggi comodi e belli eleganti: 3 camere matrimoniali e 2 suite di lusso, nelle quali è possibile soggiornare a costi davvero onesti. Talamello è abbastanza vicino alla strada principale che vi permetterà di girare in tutta la regione senza problemi.

Si possono poi osservare le buche ovali dove viene conservato il formaggio di fossa, specialità del posto ed è solo qui che si infossa una volta all'anno, per ottenere una qualità migliore. A novembre, una festa di paese celebra questa prelibatezza e mettendosi d'accordo con il proprietario, è possibile anche visitare le cantine.

Ma veniamo al sodo... cosa ho mangiato?

Abbiamo scelto il menù da 25 €, tutto compreso, che prevedeva sformatino di squacquerone su fonduta di fossa, bruschetta con crema di funghi, ravioli alla zucca e fossa, tagliatelle di farina di castagne con frutti di bosco, saccottini mandorle e zucchine, tagliata, scortichino rucola e fossa, filetto al pepe verde. Aggiungete contorni vari, una bottiglia di vino e una di acqua, dolci, caffè e amari a piacere: del prezzo non ci si può proprio lamentare!

Tutto era davvero buono, gustato in un'ambientazione romantica, in una saletta con travi a vista e luci soffuse.
Che dire? Se volete farmi contenta, riorganizziamo una cena!


sabato 3 maggio 2014

Cappelle Medicee di Firenze: omaggio all'ultima dei Medici

Quante volte a Firenze ci sono passata davanti, andando verso la Facoltà o semplicemente per fermarmi a qualche bancarella in San Lorenzo! Eppure non mi sono mai soffermata sulle Cappelle Medicee, la cui entrata si trova dalla parte opposta dell'ingresso della Chiesa di San Lorenzo.

Di fronte ci sono sempre un po'di persone in attesa di fare il biglietto, ma adesso lo si può anche fare online dal sito ufficiale. L'altro giorno un'amica mi ha chiesto di accompagnarla e ci siamo andate di martedì dopo pranzo: nessuna fila, sebbene prima di entrare si debba passare il controllo del metal detector.

Le Cappelle sono aperte da lunedì a domenica, dalle 8.15 alle 18 e chiudono in maniera alternata, a seconda delle settimane o il lunedì o la domenica: consultate gli orari con attenzione, prima di visitarle. Il ticket intero è costato 8 €.

Furono erette come sepolcro privato della famiglia dei Medici nel Cinquecento e rappresentano un prolungamento naturale della Basilica di San Lorenzo. La Sagrestia Nuova, progettata da Michelangelo è un continuamento di quella Vecchia del Brunelleschi, interna alla chiesa.

In essa si trovano i sepolcri monumentali di Giuliano e Lorenzo de' Medici: oltre a ritrarre i due nobili al di sopra dell'arca tombale, Michelangelo ha realizzato per ognuno delle allegorie del tempo, il Giorno e la Notte e l'Alba e il Tramonto. 

La Cappella dei Principi è davvero gigantesca, alta 59 metri e quando vi si entra, si rimane davvero a bocca aperta. E'un tripudio di giochi cromatici creati con graniti e pietre preziose. Anche qui si possono ammirare altri sepolcri, che però non posseggono il valore estetico di quelli michelangioleschi. Dietro l'altare, ci sono le stanze riservate alle reliquie.

Attualmente, nella zona attigua al bookshop, è allestita una mostra in onore dell'ultima discendente del ramo granducale mediceo, nonché elettrice palatina, Anna Maria Luisa de'Medici. L'esposizione ripercorre la vita e tenta di descrivere la forte personalità della nobildonna, che ha fatto di tutto per non lasciare il patrimonio culturale della famiglia allo straniero. 

Oltre a dipinti e documenti storici, si possono osservare anche il calco tridimensionale del volto di Anna Maria Luisa e oggetti rinvenuti nella sua tomba, come una croce d'argento e due monete d'oro. Un omaggio doverono a questa grande donna, che in maniera silenziosa, ma intelligente, ha scritto il destino di Firenze.

Tivoli, mangiare low cost vicino alle ville

Siamo stati a Tivoli solo due giorni e ci siamo resi conti che si riesce a mangiare bene in maniera economica, anche nei dintorni dei luoghi più turistici. I ristoranti sono tanti, alcuni più eleganti, altri adatti per un pasto veloce, ma in linea generale i prezzi sono abbastanza abbordabili.

Vi consiglio subito due buoni nomi per il pranzo, nei dintorni delle ville principali.

La friggitoria Reginella si trova proprio in centro, a due passi dalla villa d'Este e da Piazza del Plebiscito, ed è un locale semplice, come qualsiasi pizzeria al taglio che si rispetti. Facilmente individuabile dal verde sgargiante dell'insegna, che accompagna poi anche gli arredi in contrasto con il bianco. 

All'interno, un grande bancone, dove potrete scegliere il vostro pasto o spuntino. Ce n'è davvero per tutti i gusti: dalla gastronomia tradizionale alle pizze. Parmigiana, pasta, insalate, ma soprattutto fritti di ogni genere: baccalà, fiori di zucca, arancini. I prezzi sono davvero economici e verrete serviti ai tavoli nel gazebo esterno. 

Il Quadrifoglio invece, lo abbiamo incontrato sulla strada di ritorno verso l'autostrada, dopo aver visitato Villa Adriana. E'un bar ad angolo, nel quale però ci sono delle comode sale per poter mangiare in tranquillità. Oltre ai panini con affettati del posto e ai piatti del giorno, il menù prevedeva anche degli "stuzzichini", alla maniera delle tapas spagnole, ad ottimi prezzi. 

Alla fine abbiamo scelto dei taglieri, rimanendo piacevolmente sorpresi dalla qualità di salumi e formaggi. Nel locale si possono acquistare anche vini del posto e la pasticceria è rinomata. Il prezzo a testa, complessivo di acqua, caffè e un contorno è rimasto al di sotto dei 10 €.


L'ultimo posto che consiglio è la Pizzeria La Stazione, vicino alla stazione ferroviaria, appunto, e alla Villa Gregoriana. E'un posto tranquillo: una grande veranda con vista sulla città by night vi accoglierà per la vostra serata mangereccia. I gusti delle pizze sono davvero tanti, ma non abbiamo saputo dire di no ai fiocchetti con burrata (ahimè, un po'cara). 

Il servizio è stato veloce e oltre ad organizzare serate a tema, offrono la disponibilità delle consegne a domicilio: una bella opzione se dopo una giornata di camminata intensa, avete voglia di rimanere in albergo a riposarvi. 

Anche i dessert sono da non perdere e infatti La Stazione è uno dei pochi locali ad essere rifornita dalla Pasticceria Amalfitana Deriso: consigliano la ricotta e pere e ovviamente, la torta al limone, però mi sono lasciata tentare dal cioccolato e vi dirò che non è affatto male!

venerdì 2 maggio 2014

Terme di Casciana, relax low cost in Toscana

La Toscana è la terra della terme: tra quelle libere e quelle di lusso, la scelta si adatta a tutti i gusti. Le più belle si trovano nel Senese, ma anche a pochi chilometri da Firenze, si possono trovare dei compromessi interessanti. Casciana Terme, a circa un'ora dal capoluogo toscano e vicinissima a Pisa, ne è un esempio.

E'un complesso termale storico, scoperto nel caso e nel mistero. Infatti si narra che sia stata Matilde di Canossa ad accorgersi del valore terapeutico delle acque della sorgente del posto, grazie al suo merlo addomesticato. L'animaletto era ormai vecchio e dolorante, ma ogni volta che tornava dai suoi voli nei dintorni, appariva rinvigorito.

L'acqua si chiama tutt'oggi Mathelda in onore della Contessa e sgorga a una temperatura di circa 37.5°. L'ingresso giornaliero alla piscina termale delle Terme di Casciana esterna (con idromassaggio e getti per la schiena) costa 15€ ed ha un'architettura che rimanda alle vecchie terme del passato. Anche la manutenzione è rimasta un po'a tempi antichi però: alcuni bocchettoni non erano funzionanti, ma nel complesso il posto è affascinante. 

Si risparmia facendo gli abbonamenti e i bimbi hanno degli sconti. Nel prato vicino è possibile stendersi, mentre uno sdraio costa 5 € al giorno. E'un posto che consiglio ad amiche che hanno voglia di rilassarsi insieme o a famiglie; non è poi così romantico per un fine settimana a due.

Oltre alle cure terapeutiche, è possibile prenotare trattamenti, massaggi e pacchetti personalizzati da 70 a 166 €. Simpatici i programmi per neogenitori, con attenzione particolare a chi, dopo aver avuto un bambino, ha bisogno di un tuffo nel relax.

C'è poi la possibilità di acquistare anche cosmetici naturali prodotti in loco.

Il biglietto giornaliero dà accesso alla piscina ma si può entrare ed uscire in qualsiasi momento. Le terme si trovano nella piazza principale di Casciana e la macchina si può lasciare in un parcheggio gratuito poco lontano.

Per il pranzo, potete scegliere se portarvelo a sacco o uscire e cercare qualcosa nei dintorni. Io mi sono diretta al paninaro proprio davanti all'entrata, attratta dall'insegna "panini a go go".

All'interno mi sono ritrovata in un'enoteca fornitissima, con prodotti tipici del posto e la possibilità di ordinare taglieri (abbondanti) a 9 € o panini con affettati e salumi toscani. Ho ordinato un panino al capocollo e pecorino al pistacchio e un "gottino" di vino locale per circa 5€.  La Bottega del Gusto è adatta per light lunch, aperitivi o shopping di souvenir enogastronomici toscani d.o.c.

Tivoli e le sue Ville: consigli per la visita

Le ville di Tivoli sono famosissime nel mondo per la loro bellezza, per lo splendore dei loro giardini e dunque vale la pena spostarsi da Roma per andare a visitarle? Dopo aver fatto circa un'oretta di macchina dalla capitale per raggiungere la cittadina, vi direi proprio di sì.

Anche per ordine cronologico, la prima da visitare è Villa Adriana, unica nel suo genere per la grandezza del sito archeologico. Si trova poco lontano da Tivoli, ma non è raggiungibile a piedi dal centro città. L'infinita residenza dell'Imperatore, mecenate dell'arte e del bello, si visita bene solo in giorni di sole: mettetevi scarpe comode e crema solare, perchè c'è da camminare.

Dal primo maggio fino al 31 agosto, è aperta dalle 10 alle 19.30 e il biglietto costa 8€ con supplementi in caso di mostre. Si possono prenotare anche online, ma vi consiglio di informarvi sulla visita guidata, con un aggiunta di 5 €. Di solito viene effettuata solo il sabato e la domenica per un massimo di 30 partecipanti e una durata di un'ora e 15 minuti, ma consultando il sito, potrete anche accordarvi per tour personalizzati in altre date.
Foto di F. Bartolini
Senza una spiegazione, infatti, è difficile girare per la villa, dandole un ordine. I pannelli informativi sono posizionati di fronte al monumento di riferimento e non ci sono indicazioni per realizzare un percorso più completo in maniera individuale. Io mi sono aiutata consultando questo sito, che spiega in maniera precisa le diverse zone. Il pecile e il canopo, con i loro laghetti, sono davvero ottime location per foto ricordo.

Foto di F. Bartolini
Il Teatro Marittimo è attualmente in restauro e dunque non visitabile. Il complesso è davvero vasto e vale la pena visitarlo, soprattutto se siete appassionati di storia antica. La figura di Adriano è però affascinante anche per chi non la conosce: documentatevi prima della visita!

Si trova invece in centro Villa d'Este: si cambia proprio genere qui! Preparatevi a un tripudio di colori, getti d'acqua, stucchi. La prima parte della visita infatti, si svolge nella vera residenza del figlio di Lucrezia Borgia, che si affaccia sui celebri giardini dalle cento fontane. Ogni stanza è affrescata secondo un tema preciso e in alcuni saloni erano previste anche delle fontanelle, più semplici di quelle che vedrete all'esterno.

Foto di F. Bartolini
Penso che la primavera sia la stagione migliore per visitarla, perchè con la fioritura, il parco è alla sua massima bellezza. Ogni angolo è una scoperta: siepi ben curate, tulipani, glicini e ogni genere di pianta ornamentale a perdita d'occhio. Spiegare la grandezza delle fontane è poi inutile: anche nelle foto sembrano perdere la loro maestosità. Non avevo mai visto un giardino così meraviglioso in Italia!

Equipaggiatevi almeno con una bottiglia d'acqua perchè le uniche possibilità di ristoro sono delle macchinette all'interno del bookshop. Il biglietto intero costa 11 € e nei mesi estivi la Villa è aperta fino alle 19.30. Le code sono lunghe, ma abbastanza scorrevoli. Nel giorno di Pasqua l'attesa è stata di circa mezz'ora.
Foto di F. Bartolini
Non sono riuscita a visitare la terza Villa di Tivoli, Villa Gregoriana, recuperata dal FAI negli ultimi anni, riunisce tutto il meglio della zona: percorsi naturalistici, siti archeologici e cascate spettacolari. Anch'essa è raggiungibile a piedi dal centro e il biglietto intero costa solo 4€.

Appia Antica: 3 motivi per visitarla

La Via Appia Antica era considerata la regina delle vie dai romani, perchè collegava direttamente Roma con il porto più importante per le rotte verso l'oriente, Brindisi. Oggi è meta turistica per visitatori provenienti da tutto il mondo, diventando punto di riferimento per tutti gli amanti della cultura classica: passeggiando nella zona, sembra di fare un salto nel tempo.

Raggiungerla non è facile, perchè la parte dell'Appia più interessante si trova nella parte meridionale della città e se non avete a disposizione un mezzo proprio (attenti però a dove parcheggiate, perchè alcuni presunti posteggi sono a rischio rimozione), consiglio di prendere i bus 118 dalla fermata Piramide, metro B, o il 218 da San Giovanni, linea A. 

Perchè fare tanta fatica per visitare questa parte periferica di Roma? Vi elenco subito 3 ottimi motivi.

Innanzitutto, passeggiare sul tratto antico è già di per sè emozionante: vedere i vecchi massi, ormai scuriti dal tempo, assaporare il silenzio, camminare con fatica sul ciottolato ormai consumato. Peccato che vi passino ancora macchine, che rompono l'atmosfera idilliaca, sebbene l'enorme area dell'Appia è stata dichiarata Parco Regionale, coprendo un'area verde assai estesa.

Ai lati della strada, infatti, si vedono prati, interrotti solo da costruzioni antiche, come il Circo di Massenzio o il Mausoleo di Cecilia Metella, un edificio che racconta anche la storia dell'intera via: dall'età classica al Medioevo. Il monumento funebre ha infatti modificato l'assetto originario nel corso del tempo, divenendo una vera e propria torre fortilizia, dove i viaggiatori dovevano fermarsi a pagare dazio ad una sorta di sbarramento doganale. Questo riutilizzo ha ovviamente sacrificato l'area archeologica, ma l'ha anche resa ricca di fascino come testimonianza dello scorrere della storia.
Foto di F. Bartolini
Proseguendo sulla Via in direzione Nord, troverete poi le vere catacombe, quelle che hanno fatto sì che anche gli altri cimiteri cristiani prendessero questo nome. At catacumbas significa infatti all'avvallamento, alla cava, luogo in cui sorgeva il sacrario del complesso di San Sebastiano. La visita guidata vi racconterà la storia del luogo e di quello che è avvenuto nel tempo, dando particolare rilievo ai risvolti sociali del cristianesimo romano e alla vita del Santo a cui è dedicata la chiesa, anch'essa visitabile.

In questa, potrete osservare l'ultima opera del Bernini, il Salvator Mundis, un candido mezzobusto di Cristo, e le presunte impronte dei piedi di San Pietro, che una volta arrivato sulla Via Appia, ebbe un'apparizione di Gesù, a cui chiese Quo vadis, Domine? La basilica conclude la visita al cimitero sotterraneo senz'altro emozionante e ricco di antiche simbologie. 

Le catacombe sono aperte dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 16.30 e il biglietto, complessivo di visita guidata, costa 8€. Nelle vicinanze, ci sono anche le catacombe di San Callisto e di Santa Domitilla. 

Eccomi dunque all'ultimo motivo... è qui puntiamo sul godereccio! Allora, la Via Appia vi farà camminare e i ristori e le trattorie sono nascosti ai lati della via: tenete gli occhi aperti per scegliere bene. Noi siamo capitati per caso all'Antico Ristoro, un posto davvero di lusso, proprio vicino ad un vivaio. Siamo arrivati presto e non erano ancora aperti, ma si son resi disponibili a farci un piatto di pasta.

L'ambiente è luminoso e arricchito da bei quadri alle pareti. Abbiamo preso un piatto di gricia e uno di carbonara, inaspettatamente delicatissimi. Anche il conto si è rivelato onesto e dunque lo consiglio a ogni visitatore che abbia voglia di fermarsi nella sua visita alla regina delle vie di Roma.