martedì 31 luglio 2012

Tour della Croazia del Sud

Un po' di nostalgia per un vecchio viaggetto, che rispunta dalla memoria, come se fossi tornata ieri. Vi racconterò il mio viaggio in giro per la Croazia, dalla parte centrale a quella meridionale. Un on the road pieno di cose belle da vedere, ma partiamo dall'inizio.

Da Ancona con la nave, in una nottata sia approdati a Spalato. Abbiamo prenotato con qualche mese di anticipo tramite il sito della Snav e il biglietto non era caro, ma la nave e la cuccetta soprattutto erano davvero sporche. Una volta scesi al porto, ci siamo fermati a scambiare i soldi: le agenzie di cambio non mancano e conviene comprare le kune in Croazia.


Ci siamo poi diretti verso il nostro albergo Pansion Casa, nella località di Podstrana, a pochi chilometri dal centro città (10 minuti di auto circa) e ci siamo sentiti subito ben accolti, sebbene il navigatore ci abbia fatto faticare per trovarlo: il nome della via è un'accozzaglia di consonanti! ;)

Le camere erano pulite ed accoglienti, i balconi si affacciavano sul mare, le proprietarie erano gentilissime. Non vi aspettate arredi di design: tutto era molto semplice e funzionale...come se ad ospitarci fosse un vecchio amico. La colazione della mattina seguente ci ha fatto sgranare gli occhi. Pensate a tutto quello che potreste desiderare per colazione: ecco, lo abbiamo trovato sul tavolo in terrazza.

Anche i dintorni non erano male: camminando sul lungo mare in entrambe le direzioni abbiamo trovato spiaggette molto carine con possibilità di ristoro: andando verso destra, si raggiungeva una zona più popolare con bar da aperitivo alla buona; dirigendosi verso sinistra, si arrivava a un porticciolo con yacht, una spiaggia privata di un hotel esclusivo e un lembo di mare fantastico, con una piccola battigia su cui potrete stendervi con tranquillità.
Foto di F. Bartolini
La città vecchia di Spalato è vivace ad ogni ora del giorno e della notte, i sotterranei romani incuriosiscono e l'intrico di vicoli tortuosi cattura i turisti. Negozietti di souvenir sparsi ovunque e ristorantini di pesce si susseguono per le vie. Non sono riuscita a vedere i siti archeologici...purtroppo! 

Il giorno successivo ci siamo diretti verso Trogir, segnalata dalle guide come piccolo borgo medioevo-veneziano da non perdere. La strette viuzze piene di botteghe artigiane e le ampie piazze ariose rendono la cittadina un piccolo gioiello che vale la pena visitare. Il posto è davvero caratteristico, un po'stracolmo di turisti, ma vale la pena andare a darci un'occhiata.

Nel pomeriggio ci siamo riposati su una spiaggetta di un fiume antistante la città, piena di gente del posto e battuta da un venditore ambulante di pannocchie di mais. Abbiamo cenato con un kebab al mercato di fronte alle mura, aperto fino a tarda notte, e poi siamo ritornati a Podstrana, che distava circa mezz'ora di auto.


E'stata poi la volta del Parco Nazionale di Krka, una vero paradiso naturale. Non ho mai visto colori così accesi ed è un vero incanto perdersi per i sentieri dei boschi. E'vero che ad agosto è abbastanza affollato e il biglietto costa sulle 100 kune, ma l'unico rammarico che ho è di non aver fatto il bagno sotto le grandi cascate.
Foto di F. Bartolini
Siamo arrivati al parco con la barca da Skradin, un delizioso paesino di provincia, nel quale sono ancora visibili le tracce della guerra. Sicuramente è la scelta più costosa ma il tragitto lungo il fiume è stato come un calarsi progressivamente nella natura. L'alternativa era imboccare un sentiero da fare a piedi, ma soprattutto se avete dei bambini, considerate l'opzione del battello, perchè anche nel parco c'è parecchio da camminare.




Il parco ci ha occupati per un'intera giornata, ma la sera abbiamo proseguito per Sibenik, una cittadina che si affaccia sul mare: mi hanno subito colpito l'eleganza e la maestosità delle vie e degli edifici. La cattedrale sembra decorata da un miniaturista: rimane aperta fino all'ora di cena e il prezzo del biglietto corrisponde a 2 € circa. 

Abbiamo salito una scalinata e ci siamo imbattuti in un ristorantino che ci ha attirato, Konoba PelegriniCi hanno dato un tavolo in un giardino interno con vista mare e abbiamo cenato con la luce soffusa del tramonto. I piatti erano curati e ben cucinati con prodotti del posto, anche se la cucina non era molto tradizionale. Buona la scelta di vini e prezzi più che ragionevoli.

Foto di F. Bartolini
Il viaggio per Dubronik è stato molto lungo a causa di traffico, lavori stradali, le frontiere da superare e siamo arrivati al nostro hotel nel pomeriggio, sebbene fossimo partiti da Podstrana di prima mattina. Si deve infatti attraversare un tratto di Bosnia Erzegovina, per ritrovarsi poi ancora in Croazia.

Unica sosta a Trsteno, dove la Lonely Planet segnalava uno splendido alboreto: gli scorci sul mare erano molto caratteristici ma non ci siamo dilungati in visite approfondite. 

Foto di F. Bartolini
Soggiornavamo all'hotel Kompas, nella baia di Lapad. Si affacciava su un piccolo golfo invaso da altri hotel: una zona totalmente turistica, ottima per chi vuole fare una vacanza solo-mare. Le camere erano confortevoli e l'hotel era enorme: potevi trovare tutto quello che richiedevi. Anche la colazione offriva una vasta scelta, ma l'impersonalità del comfort pesava sull'edificio vecchio stile. I prezzi per notte però erano abbastanza convenienti e l'albergo ha la fama di essere un "posto di lusso". Alla reception parlano poco italiano e poco inglese.

Invece della spiaggetta di fronte all'albergo, è consigliabile la Copacabana, a un quarto d'ora di cammino. Sempre piena di gente, ma almeno lì si evita l'effetto sardina, come nella baia degli hotel, e l'acqua è davvero pulita.
Foto di F. Bartolini
Visitare Dubrovnik era d'obbligo e ci ha riempito una giornata intera. Come non fermarsi a ascoltare i musicisti di strada? Come non entrare nelle botteghe di artisti locali? Come non riflettere nel Museo della Guerra? Come non fotografare i panorami che riserva la lunghissima passeggiata sulle mura che circondano il centro storico?

Dal nostro albergo ci siamo spostati verso il centro con l'autobus: la fermata era vicinissima. La ressa per l'attesa e durante il tragitto era davvero infernale: pensate a un caldo, caldissimo mattino ad agosto. Il capolinea era proprio davanti alla porta cittadina dalla quale si riesce a  visitare a piedi tutti i punti di interesse.
Foto di F. Bartolini




Dubrovnik è una città turistica, affollatissima d'estate ma con tanta personalità e tante storie da raccontare. Mi ha affascinato e a ricordarmelo un quadretto sopra il mio letto, comprato in una galleria d'arte della città, raffigura un uomo e una donna che per mano si incamminano nelle campagne croate. 

Sui muri i segni della guerra sono evidenti e alcune case non sono state ricostruire: Dubrovnik è stata una delle città più colpite dai bombardamenti, ma la "patria delle cravatte" si è risollevata con orgoglio stupefacente. Non perdetevi il giro delle mura al tramonto e il museo della guerra: vi aiuteranno a capire meglio lo spirito della città.

Foto di F. Bartolini
Per quanto riguarda il lato gastronomico, il receptionist ci aveva consigliato la Lokando Peskarija, sul porticciolo: non si è mangiato male e il tramonto sul mare era davvero suggestivo, ma il locale era davvero troppo affollato e turistico e non ci siamo goduti per niente la cena. Non lo consiglio, mentre per caso ci siamo imbattuti in un ristorante, a mio parere, migliore, il Dundo Maroje. Sebbene fosse pieno di gente (a Dubrovnik la privacy sembra non esistere), ci hanno accolto con simpatia. Si mangia soprattutto carne ma cucinata in maniera tradizionale. Prezzi economici.



















La cordialità della gente e i paesaggi mozzafiato sono le ragioni principale per visitare la Croazia: non vedo l'ora di completare la mia visita nazionale, esplorando la parte settentrionale.

lunedì 30 luglio 2012

Medioevo & arte... Notti d'estate a San Marino

Si è concluso a San Marino un week end pieno di feste interessanti e la Repubblica si prepara ad accoglierne altre.

Dal 26 luglio fino a ieri le tradizionali Giornate Medioevali hanno fatto affluire in Città una folla di gente, che passeggiando per le vie poteva rivivere un'età ormai lontana. Bancarelle di orafi, lavoratori di pietra o legno, artigiani in genere si susseguivano dalla Piazza del Pianello in poi. 









Centro della manifestazione è la Cava dei Balestrieri nella quale i gruppi storici sammarinesi si alternano per regalare spettacoli "d'epoca": quest'anno ne hanno riservato uno speciale per la giornata d'apertura pieno di effetti pirotecnici. 





E'praticamente d'obbligo prendere la funivia per evitare i parcheggi stracolmi (biglietto andata/ritorno 4.50€, l'ultima corsa è all'1.00 e partono viaggi continuativi) e interessanti sono le proposte di menù medioevali dei ristoranti (di solito la cifra si aggira sui 30€ per un pasto completo e un buon nome potrebbe essere la Taverna Righi che si trova proprio di fronte al Palazzo Pubblico).









La tradizione e la partecipazione da parte della gente del posto rende la festa piena di spirito; unico neo verso mezzanotte chiudono le bancarelle e i negozi e non c'è più niente da fare. La soluzione migliore è arrivare nel tardo pomeriggio, mangiare la porchetta vicino alla Galleria della Cassa di Risparmio e verso le 21 trovarsi un posto in Cava per guardare lo spettacolo: solo così si riesce ad avere una dimensione completa dei festeggiamenti.











L'altra festa era Nott'Arte, anch'essa tradizione annuale sammarinese: nell'Aereclub di Torraccia era stata allestita una mostra d'arte di artisti di zona e per tutta la notte si susseguivano spettacoli di danza, di musica, di lettura testuale. Era possibile fare aperitivi con artisti e proseguire la serata bevendo un bicchiere di vino e ascoltando concerti jazz fino ad aspettare l'alba.







L'esposizione della mostra nella sua semplicità era molto d'effetto e si creava un'atmosfera unica: le luci della città dall'alto, le note della chitarra, la fresca brezza estiva.
L'entrata costava 5 € (10 € la domenica) e non era affollata, in modo da gustarsi con la dovuta calma le diverse opere.




Il prossimo week end nel centro città è in programma il San Marino International Art Festival (SMIAF), il Festival dei Giovani Saperi. Tradizione e innovazione si alternano nella Terra della Libertà, dove sembra esserci spazio per entrambe e la ricetta giusta è riuscire a condividere questo spirito in maniera collettiva.



Giornate medioevali
http://www.visitsanmarino.com/on-line/home/articolo31002820.html

Federazione Balestrieri Sammarinesi
http://www.federazionebalestrieri.sm/

Nott'Arte
http://nottarte.com/


SMIAF
http://www.smiaf.org/






domenica 29 luglio 2012

San Leo, la prigione di Cagliostro

Lasciamo la macchina in una fredda domenica d’inverno e ci incamminiamo per la salita su cui domina la Fortezza di San Leo, uno dei Borghi più belli d’Italia. Intanto leggiamo iscrizioni su Cagliostro, personaggio controverso e misterioso che ha passato l’ultima parte della sua vita in una minuscola cella del forte. Il biglietto intero costa 8€, ma ci sono riduzioni per bambini, studenti e pensionati. L'orario è soggetto a modifiche e conviene accertarsene prima della visita.



Finalmente all’interno, tra una piazza d'armi e l'altra, osserviamo incantati i torrioni con all'interno le cannoniere e il panorama a 360° sulla Valmarecchia: sembra una cartolina. Salendo ancora si arriva al Palazzo Ducale, che da abitazione di lusso diventò carcere per l'Inquisizione e restiamo stupefatti di fronte ai ferri, alle maschere e alle macchine per la tortura in mostra. Pensare che tutto ciò veniva realmente usato fa venire voglia di chiudere gli occhi di fronte a tanta infamia, ma bisogna riflettere su come le costrizioni corporee riescano a far tacere quando si vorrebbe parlare o a abbracciare una tesi che non ci appartiene, ma che conviene in quel momento.




Una successiva mostra su Cagliostro, allestita vicino alla sua cella di prigionia cerca di spiegare la poliedricità della sua personalità: il lato mondano, quello massonico e quello alchemico.Visitando il castello si percepisce la sensazione di oppressione che doveva cogliere i reclusi. C’è chi dice che sia infestato da fantasmi: personalmente non ne ho visti. ;) In mostra anche armi d'epoca e la celletta utilizzata anche per imprigionare prigionieri politici, che hanno fatto il Risorgimento italiano. La visita è molto suggestiva sia per grandi che per piccini.



Il paese è veramente piccolo, ma tranquillo ed ordinato e un’occasione speciale per visitarlo è Alchimia Alchimie, una manifestazione che si svolge a fine agosto che ha il suo culmine in un grandioso spettacolo che con coreografie pirotecniche metterà in scena l’incendio della fortezza. Quest’anno la manifestazione dovrebbe svolgersi dal 24 al 26 agosto e il biglietto d’ingresso comprende la visita al castello e il servizio navette, perchè il borgo viene chiuso al traffico. Tutte le info sul sito dell'Ufficio turistico.

San Giuliano.Borgo di Rimini

Oltrepassando il Ponte di Tiberio a Rimini, si arriva in un borgo nella città, San Giuliano, zona adiacente al porto e tradizionalmente abitata da pescatori. Subito lo scenario cambia e dall'eleganza dei palazzi del centro città, ci si ritrova in un'atmosfera fiabesca. Le basse case colorate mi ricordano subito Dozza, città dai muri dipinti, e sembra di visitare una galleria a cielo aperto.

Gli artisti, tutti romagnoli d.o.c., hanno dipinto scene di vita di mare, caratterizzando ogni edificio del Borgo: motociclisti a riposo, gabbiani che si posano sulle cassette della posta. Ma l’interesse va soprattutto alle rappresentazioni delle scene dei film di Fellini, il famoso concittadino che ha fatto conoscere Rimini al mondo. Il dipinto di Giulietta Masina ne La Strada coglie il senso del film: spensieratezza e malinconia si mescolano inevitabilmente nel personaggio interpretato dalla grandissima attrice.


Giuliano Maroncelli è poi l’autore delle piastrelle di ceramica che contrassegnano le abitazioni dei marinai: una sorta di memoria storica, quindi, che testimonia l'affetto per i vecchi abitanti del Borgo. Ed è proprio leggendo le targhe che si immaginano uscire da quelle basse porticine omoni abbronzati con le reti sulle spalle, il cappello calato sugli occhi e la sigaretta in bocca, diretti a testa bassa verso il mare.



Nei dintorni, ci sono tanti buoni e eleganti ristoranti tradizionali (ovviamente di pesce ;) ) e ogni due anni si celebra nel borgo una Festa, la cui organizzazione impegna tutti gli abitanti. Un posto da non perdere se vi trovate in Romagna.

giovedì 26 luglio 2012

Il Ponte del Diavolo: la leggenda della Garfagnana

Perdersi nell'entroterra lucchese, può riservare delle grosse sorprese e così è stato per noi, quando ci siamo imbattuti per caso nel Ponte della Maddalena. Avevo sentito le leggende sulla storica costruzione e lo avevo già visto in grigie foto d’epoca, ma non mi aspettavo di subirne in pieno il fascino.


Si dice infatti che il ponte fosse stato commissionato da Matilde di Canossa nel Medioevo, ma che la costruzione sul Serchio tardasse ad essere terminata. Il capo cantiere dunque decise di scendere a patti col diavolo, che concluse il ponte in una notte, in cambio della prima anima che lo avesse attraversato. La furbizia della gente del posto sconfisse il demonio e fecero passare una capra a inaugurare la costruzione. Così ci ha raccontato un signore del posto, mentre Wikipedia sostiene che la vittima sacrificale fu un cane, ma mi fido di più della saggezza locale.


Le arcate del ponte sembrano tortuosi labirinti e l’acqua riflette il verde delle montagne circostanti, creando un’atmosfera incantata. Vale la pena fermarsi per scattare qualche foto, anche se nei dintorni si trovano solo strade e casette: l’attrazione turistica più vicina è la Grotta del Vento a quasi 30 km di distanza.


Segnalo un ristorantino in zona, poco distante. Proseguendo per la strada provinciale si arriva alla Trattoria Bar Quadrifoglio: l’aspetto è abbastanza spartano e un’unica sala in stile un po’antiquato accoglie i visitatori. Il servizio è veloce e i prezzi sono onesti, ma le portate sono davvero ottime: abbiamo ordinato un primo locale, una sorta di maltagliati con sugo di funghi. Ce li hanno serviti direttamente in padela ed oltre all’abbondanza, abbiamo gradito soprattutto la gustosa genuinità di un piatto tradizionale.


Ponte della Maddalena (o del Diavolo)
Borgo a Mozzano (LU)

Ristorante Il Quadrifoglio
Via di Salita 1
Borgo a Mozzano (LU)
Tel. 0583 833254

mercoledì 25 luglio 2012

Pratolino,la villa e il parco

Nel 1500 i Medici comprarono a Vaglia, in provincia di Firenze, il terreno su cui sarebbe sorta una villa sfarzosa con un parco altrettanto lussureggiante. A Brunelleschi fu commissionato di progettare giochi d’acqua e di luce, grotte isolate e magnifiche statue di pietra dura. Tre secoli dopo la villa fu demolita e il parco venduto alla famiglia russa Demidoff che si stabilì nelle ristrutturate piaggerie e vi rimase fino al 1981.

La vasca del Gigante
Passeggiando per le viuzze ombrose, si respira l’eleganza e la grandezza del luogo: ci si potrebbe quasi perdere in questo enorme parco all’inglese. Fortunatamente sono state disposte cartine per orientarsi e i punti di riferimento non mancano: ormai il Parco di Villa Demidoff è diventato il giardino pubblico della comunità locale. Il cuore di Pratolino è sicuramente il Colosso degli Appennini del Giambologna, che purtroppo è attualmente in fase di restauro, dunque non visibile, e che sovrasta una splendida vasca di ninfee.



Si prosegue poi per la Cappella vicino alla quale è sepolta l’ultima Demidoff: appartata e silenziosa, è ricca di atmosfera decadente. Altrettanto isolata è la Grotta di Cupido del Brunelleschi, che però senza gli originari giochi d’acqua perde, a mio parere, gran parte del suo fascino. Anche in un altro caso, le danze di zampilli si possono soltanto immaginare: nel lungo Viale degli innamorati, dove originariamente i getti d’acqua incrociandosi creavano arcobaleni iridescenti. 

Bellissimo il panorama di Firenze da lontano che si vede dalla piaggeria. Nei dintorni, proprio in mezzo a un prato, il monumento al grande poeta fiorentino Mario Luzi: una sorta di grande pennino è incastrato in un pavimento colorato, in cui i mosaici creano ghirigori delicati. Percorrendo i prati o inoltrandosi nei boschetti, è impossibile non pensare a come tutto era in origine, a come doveva essere rilassante fare un bel bagno caldo nella Peschiera o ascoltare il canto degli uccellini nella Grande Voliera. Nessun lusso era risparmiato e tutto era in misura extra large.


Un'occasione interessante per visitarlo può essere Ruralia, la fiera dell'agricoltura, organizzata nell'ultima settimana di maggio. Oltre a stand che vendono i loro prodotti a km zero, vengono esposti animali campestri: mucche, cavalli, conigli... L'entrata è gratuita e i bambini si divertiranno un sacco ad accarezzare gli animali della fattoria. Insomma, una vera oasi di tranquillità per le famiglie!

Un posto magico, che stimola la fantasia, evocando scene di vita di una volta, di un mondo lontano che ormai non esiste più.

Via Fiorentina 276
Pratolino, Vaglia (FI)

martedì 24 luglio 2012

Il Treno del Titano, un percorso storico dimenticato

C’era una volta un treno, piccolo ma veloce, che tutti i giorni dal mare andava su fino alla montagna dei Titani. Durante il suo tragitto vedeva campi e corsi d’acqua, si nascondeva in gallerie tortuose e alla fine rispuntava in quella bella Terra, che chiamano della Libertà.

E’il trenino biancoazzurro che dal 1932 collegava la Repubblica di San Marino a Rimini. Prima di allora non c’erano altre vie per giungere alla città se non attraverso le mulattiere. Forse è per questo che i sammarinesi sono così affezionati a quel treno che nel 1944 fu duramente bombardato o forse è perché, anche se in quell’anno smise di funzionare, testimonianze della sua esistenza erano davanti agli occhi di tutti in questi 50 anni.

L'uscita dalla Galleria Montale in autunno
Erano rimasti i pali della ferrovia a ricordare il percorso realizzato quotidianamente. Erano rimaste le gallerie ormai chiuse, che però facevano sognare i ragazzini sammarinesi che di nascosto andavano a giocarci. E dal 1983 un suo vagone era stato issato sul viadotto di Valdragone, come una sorta di monumento ai caduti e meritevoli.

Interno della Galleria Montale
E quel riconoscimento il Trenino se lo meritava tutto: durante la guerra, i viaggi per portare gli sfollati riminesi nelle vicine terre neutrali erano innumerevoli e una volta in disuso, le sue gallerie divennero la casa per oltre 100000 rifugiati.

E’stata quindi una bella emozione essere lì a vederlo rinnovato e splendente,sabato 21 luglio, che usciva dalla Galleria di Montale in pompa magna. E’ stato infatti restaurato e rimesso in moto, spero in un progetto di recupero del percorso ferroviario più ampio, che potrebbe interessare turisti e curiosi da tutte le parti del mondo.

L’Associazione del Trenino biancoazzurro, già attiva da anni, ha fatto di tutto per promuovere la memoria della ferrovia elettrica, attraverso dibattiti e convegni, visite alle gallerie recuperate, pubblicazione di foto e filmati on line.

Sabato 21 Luglio 2012: ecco il trenino!
Il treno in passato era il simbolo di modernità e veder passare i binari dalla propria città era motivo di vanto. Essere lì, sabato pomeriggio, mi ha fatto lo stesso effetto. Rivalorizzare il patrimonio storico significa investire su una memoria collettiva sulla quale costruire un futuro. E cosa c’è di meglio di una ferrovia, che accorcia le distanze e avvicina le persone, per cominciare a farlo?!


Per info:

il sito ufficiale dell’Associazione

la pagina Facebook dell’associazione, aggiornata e ricca di contenuti

rassegna stampa sull’argomento

il video blog sul tema

viaggio inaugurale ripreso dall’interno del treno (dal finestrino si vede anche la sottoscritta! ;) )


lunedì 23 luglio 2012

Alanis in Cavea

Venerdì 20 luglio Alanis Morissette cantava nella Cavea del Teatro dell’Opera di Firenze.
Ok, l’ennesimo concerto estivo di una star internazionale e fin qui niente di eccezionale, ma Alanis non cantava da anni in Italia e adesso ha scelto una location davvero strepitosa per farlo.

Il Nuovo Teatro dell’Opera, sede operativa del Maggio Musicale, è stato inaugurato a dicembre scorso e rappresenta una vera svolta per la città fiorentina. Le architetture classico rinascimentali lasciano spazio a questo edificio modernissimo, che si affaccia quasi sull’Arno pur rimanendo nascosto.



Passando infatti non si fa caso al grosso parallelepipedo grigastro e frastagliato che compone l’edificio. Per arrivare all’anfiteatro è stato necessario salire ampie scalinate in marmo bianco e che sorpresa quando ci siamo trovati davanti un palco a misura d’uomo. Lo spazio è infatti molto raccolto e la scenografia era rappresentata dalla parete grigia del Teatro, che con giochi di luce che riempivano i vuoti erano di per sé uno spettacolo.

Salendo tutti i gradini della Cavea , si raggiunge l’ultimo gradone dal quale è possibile vedere tutta Firenze: da una parte il Duomo e il Palazzo Vecchio, il Ponte Vecchio e San Miniato al Monte, l’Arno e le Cascine e se ci si volta ecco anche la forma spigolosa del recentissimo Palazzo di Giustizia.

Se la mia descrizione non vi basta, ecco il link per un tour a 360° del Teatro

Teatro dell’Opera
Via Fratelli Rosselli
Firenze




Mercantia, il Festival più magico dell'estate toscana

Ci sono l'acqua, la terra, il fuoco e l'aria. Poi c'è il quinto elemento...
Per gli organizzatori di Mercantia, Festival Internazionale del Teatro di Strada, il quinto elemento è il gioco collettivo, l'interazione gioiosa e spontanea che si crea tra persone aperte e disponibili al dialogo.


Ed è proprio di questo elemento che le strade di Certaldo, piccolo borgo medievale nelle campagne fiorentine, patria di Boccaccio, si riempiono ogni anno a luglio. Quest'anno la 27°edizione, dedicata ai miracoli, inizia mercoledì 16 e termina domenica 20.


Arrivati nel paese nel tardo pomeriggio di sabato, abbiamo evitato la fila per il biglietto (20 € il sabato, 10 € le altre sere... non proprio economico, ma ne vale la pena!) e per i parcheggi (abbastanza decentrati, ma le navette gratuite sono efficientissime). Siamo poi saliti al borgo con la funicolare (il mio consiglio è però quello di andare a piedi: il tragitto è breve e gratuito e la salita col trenino priva di emozioni), dopo un breve giro della mostra di artigianato nella piazza antistante la biglietteria.



Le strade del paese erano già piene di bancarelle di artigiani e gli artisti preparavano i palchi per gli spettacoli. Noi ci siamo infilati nella Casa del Boccaccio, visto che i musei della cittadina sono gratuiti. per l'occasione. La casa non è particolarmente interessante, ma la vista dalla torre offre un panorama da fiaba! 

Segnalo anche il Museo del Chiodo, visitato negli anni scorsi: si possono ammirare sculture realizzate in ferro, spesso divertenti. La lavorazione del materiale è l'argomento di pannelli esplicativi, posti vicino agli attrezzi del mestiere.


Per le strade piccole meraviglie: cassette nelle quali imbucare i propri segreti, Mattacchioni volanti che in pose yoga meditano a mezz'aria, mascheroni di cartapesta colorati, marionettisti che fanno di una bicicletta il proprio palcoscenico.

Dopo esserci fermati ad ascoltare orchestre e suonatori itineranti, ci serviva proprio una piccola pausa per gustare un panino al fresco di un giardino estivo. Abbiamo poi prenotato gli spettacoli teatrali a cui volevamo assistere: novità di questa edizione era proprio quella di ambientare brevi esibizioni in luoghi insoliti e storici, ma raccolti e quindi con un pubblico limitato. Ogni anno vi attendono sorprese diverse.


Così seduti sui freddi gradini delle anguste Prigioni femminili del Palazzo Pretorio e al chiarore di una torcia elettrica, abbiamo visto Alice Bachi interpretare una Miss Sarajevo inseguita da un cecchino durante la guerra e ne abbiamo condiviso l'angoscia e la paura. 

Nel Giardino del Tè siamo stati invece catapultati in un regno giapponese, nella City of Happiness di Codice Ivan, dove una geisha con maschera da scimmia ci ha invitato a scrivere i nostri desideri su un foglio che poi abbiamo ben esibito per le strade di Certaldo, dove abbiamo sfilato come tanti poveri manifestanti di sogni.


Il quinto elemento ci fa partecipare al grande gioco collettivo, in cui ci si sente protagonisti e spettatori al tempo stesso. E non si verrebbe più via da Certaldo...

Non vedo l'ora di comprare il biglietto per Mercantia 2014!