mercoledì 28 gennaio 2015

Torino, dove mangiare low cost

A Torino ho mangiato low cost, a pranzo e a cena, senza rinunciare alla qualità e alla tradizione. Non ho programmato nulla... diciamo che ho avuto fortuna! ;) Mi sono imbattuta in buoni posti, che mi hanno fatto contenta e si sa che a pancia piena, si sta meglio.

Il primo posto, a pranzo, è stato un bar proprio di fronte alla stazione Porta Nuova. Si chiama Sacchi, come il nome della via in cui si trova, e non ha niente di speciale: né un'insegna accattivante che inviti ad entrare, né una vetrina che offre uno scorcio su un locale ben arredato.

Il Bar Sacchi è il tipico bar, a metà tra il Bar Sport descritto da Benni nei suoi libri e il dopolavoro ferroviario, in cui pranzavo negli anni dell'Università. Insomma, una volta entrata avevo già voglia di uscire. 

Invece mi sbagliavo: il mio panino caldo, mozzarella e prosciutto, era buonissimo. La cameriera ci ha fatto scegliere la farcitura e il pane era fresco. Prezzi modici: abbiamo speso circa 4 € per panino, acqua e caffè.

Per uno spuntino un po'diverso dal solito, invece, vi segnalo PataTò, dove troverete street food di qualità: patate fritte, con o senza buccia, da condire con una quantità di salse da farvi perdere la testa. Ci sono anche altri frittini (mozzarelle, olive...) da poter combinare nel vostro cartoccio, ma sono rimasta sul tradizionale.

Le porzioni sono abbondanti, ancora una volta i prezzi sono giusti e i proprietari davvero simpatici. Si trova in via Po, in pieno centro, a pochi passi da Piazza San Carlo.

A cena, ci siamo imbattute, sempre nella stessa zona, in un cartello che pubblicizzava un menù piemontese a 25 € a persona. Battuta di fassone con robiola, agnolotti al tartufo, brasato al Barolo e dolcetto alle nocciole del Piemonte. Ho rischiato si trattasse di un posto acchiappaturisti, ma il brasato mi ha attirato troppo! ;)

Abbiamo prenotato alla Tabernalibraria un'oretta prima della cena e c'era rimasto l'ultimo tavolo. Il locale era davvero intimo e molto carino, con tanti vini. I piatti ci sono stati serviti velocemente ed era tutto davvero ottimo: il brasato non mi ha deluso, è stato il piatto migliore.

Il posto è risultato essere frequentato da molti toscani, come me, e grazie al proprietario, abbiamo fatto quattro chiacchiere con altri tavoli sulle nostre giornate a Torino. Lo consiglio a chi vuole provare un menù tipico, senza spendere un occhio della testa.


mercoledì 21 gennaio 2015

Bruxelles in 10 foto

Le 10 foto sono poi il mio "best of" del brevissimo viaggio a Bruxelles. E'una città che non ci si aspetta, ricca di contraddizioni e di sorprese. Il lato negativo è stato il grigio: pioggia e nuvoloni non ci hanno dato tregua, ma poi al negozio di souvenir Brussels Corner (i souvenir qui hanno un ottimo design) abbiamo scoperto perchè e ci siamo comprate la t-shirt con su scritto "Belgium, where rain in typical". Svelato l'arcano.

Il lato positivo invece è stata l'ironia, perchè Bruxelles mi ha fatto ridere tanto: dagli stralci di fumetto alle pareti alle buffe statue in bronzo venerate come divinità, dal proprietario dell'albergo che mi ha quasi convinto che la Cappella Sistina si trovasse a Firenze al bar karaoke in cui sono finita alle 2 di notte.
Foto di A. Ferri
1. Le patatine
Comincio dall'inizio, in senso cronologico. Siamo arrivate a Bruxelles che era già notte e non eravamo particolarmente affamate, così abbiamo optato per un maxi cartoccio di patatine fritte da Maison Antoine, un chiosco famoso dal 1948 per le sue numerose salse calde e fredde. 

La mia aveva un nome strano e come al solito mi sono affidata all'affinità linguistica per scegliere: non mi sono pentita, sapeva di crauti ed era ottima. Si può scegliere di sedersi sulle panchine di Piazza Jourdan o al calduccio di una delle sue birrerie, convenzionate con la friggitoria.

Stava (che strano!) piovendo e così ci siamo rifugiate in un pub, dal gusto newyorkese e non siamo riuscite ad arrivare infondo al nostro cartoccio infinito, accompagnato da una buona Leffe scura. Ci siamo godute una serata alquanto belga, perchè in giro si vedeva solo gente del posto.


2 e 3. La Grand- Place
Ecco, qua invece si trovano soprattutto turisti, ma come fare a non passarci? Si dice che sia una delle piazze più belle del mondo e su di essa, si affacciano palazzoni eleganti e dorati in stile fiammingo, che di notte si illuminano di colori.

E'proprio al chiarore della luna che la Grand- Place acquisisce, secondo me, un fascino particolare. Calma e tranquillità, interrotta da cori di ragazzi che si siedono in cerchio al centro della piazza e intonano canzoni. La Grand- Place è il cuore della città ed è per questo che si merita 2 scatti.

Foto di A. Ferri
Foto di A. Ferri
4. Il Parco del Cinquantenario
E'un'immensa area verde nel quartiere europeo, dove si respira un'atmosfera rilassata. Le statue delle quattro stagioni ci accolgono al cancello principale, per poi lasciarci alla vista dell'imponente arco di trionfo, che segna l'ingresso ai tre grandi musei, quello del Cinquantenario, quello delle armi e di storia militare e l'Autoworld.

E'un posto tranquillo, adatto per pic nic e passeggiate nel verde, lontano dai circuiti turistici, sebbene la vicinanza ai musei. Così l'ho vissuto io, andandoci di mattina presto: intorno a me signore eleganti con cagnolini al guinzaglio e tanti coraggiosi sportivi che sfidavano il freddo, facendo jogging. Il parco ha un che di romantico e di sicuro le sue statue piaceranno agli appassionati di fotografia.


5. Le gaufre
...o waffle sono un'altra delle specialità del Belgio. Ultimamente anche nelle città italiane si possono trovare queste cialde dolcissime, ma vi assicuro che non hanno niente a che fare con quelle assaggiate in giro per Bruxelles.

Innanzitutto costano pochissimo: gaufre a 1€, condimento dagli 80 centesimi in su. Ho scelto la cioccolata fondente (un'altra delle innumerevoli eccellenze del paese, ma non vi parlerò di cioccolaterie, perchè non avrete che l'imbarazzo della scelta, una volta arrivati nei dintorni della Grand-Place) e...che bontà!

Dove mangiarle? Pressoché ovunque! Il mio posto migliore è di fianco al Manneken Pis e così arriviamo al punto 6.

Foto di A. Ferri
6. Il Manneken Pis
Letteralmente il bambino che fa la pipì. E'una piccola statua in bronzo, che sovrasta una fontana, ed è diventato uno dei simboli di Bruxelles. Le sue origini sono avvolte nella leggenda e la versione che più mi piace è quella, secondo la quale, il ragazzo ha spento la miccia di una bomba che avrebbe distrutto la città, urinandoci sopra.

Fatto sta che il Manneken Pis è diventato un eroe e si è meritato il guardaroba di una rock star. Quando ci sono capitata, ho avuto la fortuna di assistere a una cerimonia commemorativa per il cambio d'abito, dove un gruppo di persone, con il giubbotto con il logo della statua, hanno intonato una canzoncina a lui dedicata. E'stato incredibile vedere l'attaccamento della gente a questo piccoletto e poi...è davvero carino: non lo vedrete mai vestito allo stesso modo!

Foto di A. Ferri
7. Zinneke Pis
A Bruxelles ci sono altre statue che rappresentano persone e animali nell'atto di fare la pipì, ma io ho visto solo il cane, lo Zinneke Pis, sapendo solo dopo dell'esistenza della Jeanneke Pis, la ragazzina. La grandezza è quella naturale di un bastardino, che si ferma proprio all'angolo di una strada e alza la zampetta. E'molto naturale.

Ho visto altre due statue con i cani: una al Parco del Cinquantenario e un'altra in una pizzetta vicino alla Stazione Centrale. Mi è sembrata un'attenzione meritata per i migliori amici dell'uomo.

Foto di A. Ferri
8. I murales a fumetti
Alzate la testa, perchè poco lontano dal Manneken Pis, inizia l'itinerario dei murales a fumetti, che spuntano, insospettabili, sulle facciate di case seriose e grigie. Bruxelles è infatti la città del fumetto ed esiste anche un museo a tema, ma se non avete voglia di stare al chiuso, questa passeggiata fa per voi.

Quello di Lucky Luke dovrebbe essere l'opera più grossa, ma altri eroi dei fumetti regalano un sorriso, come Tin Tin e Asterix e Obelix. Il progetto è iniziato nel 1991 e ogni anno si arricchisce con opere nuove. Vi consiglio di scaricare la mappa dal sito dell'Ufficio del Turismo, nella quale sono elencati tutti i muri dipinti.

9. Birra e moules frites
Delle patatine ho già parlato, ma le cozze accompagnate da questo contorno sono il piatto tipico del paese. E'un must, non gli scampa, a meno che...come me, non siate appassionati di cozze e cercate un escamotage per evitarle, senza rinunciare alla cucina tradizionale.

Noi abbiamo scelto Chez Léon, un ristorantino che ci ha sorpreso. Innanzitutto era l'unico senza i cartelli dei menù turistici in questa stradina parallela al corso principale e poi appena si entra si ha l'impressione di arrivare in una casa storica, con tanto si scale di legno scricchiolanti.

Abbiamo cenato al primo piano e abbiamo ordinato cozze fritte e un pomodoro ripieno di gamberetti: tutto era davvero molto gustoso e siamo uscite con la pancia piena. Non abbiamo rinunciato alla birra della casa. Non si può passare da Bruxelles senza degustare un'ottima birra!

Un altro pregio del ristorante, che al mio ritorno, ho scoperto essere il capostipite di una catena internazionale di ristoranti specializzati in cozze, è che si trova a due passi dal Delirium Café, il pub della famosa birra con l'elefantino rosa.


10. I puffi
Non tutti sanno che il Belgio è la patria dei Puffi e ovviamente potete visitare anche il Villaggio tematico oppure comprare un souvenir al negozio puffoso. Io mi sono accontentata di una foto ricordo sotto la grande statua che si trova vicino alla Stazione Centrale.

Peyo, il loro creatore, era di Bruxelles e il racconto della nascita delle piccole creature blu mi fa un po'pensare allo spirito di questa città così particolare. Si racconta infatti che per farsi passare una saliera, Peyo disse a un amico "Passami quel puffo!", inventandosi una parola che ricordasse la forma dell'oggetto. L'altro gli rispose "Ecco il tuo puffo, poi ripuffalo al suo posto!" e per uno scherzo, per un gioco, nacquero i Puffi, personaggi amati da bambini di tutte le età.

Booktrack del viaggio: Igiene dell'assassino di Amélie Nothomb, una simpatica e nera scrittice belga

giovedì 15 gennaio 2015

Torino: cosa ho fatto in un giorno

Avere solo un giorno per visitare Torino è un gran peccato, perchè proprio quando ti abitui alla sua atmosfera algida e misteriosa, arriva il momento di salutarla con una strizzata d'occhio. Forse ci tornerai, forse no, ma la città non può lasciarti indifferente.

Sono arrivata a Torino all'ora di pranzo, alla Stazione Porta Nuova. Raggiungerla con il treno è la soluzione più comoda ed economica, se non si vuole uscire dal centro città. Ho scelto il Freccia Rossa, approfittando delle tariffe scontate del Sabato 2x1, ma anche le offerte di Italo sono molto convenienti.

La prima cosa da fare è capire come vi sposterete durante il vostro soggiorno. L'autobus era per me quasi un obbligo, visto che l'ostello in cui dormivo non era centralissimo. In questo caso, il ticket giornaliero, che permette di muoversi con autobus, tram e metro per 24 ore dalla prima convalida, costa 5 € ed è conveniente rispetto al biglietto singolo che ha una durata di 90 minuti e costa 1.50 €.

Ed arriviamo alla visita della città vera e propria: dovrete fare un'attenta selezione, in linea con i vostri gusti, perchè Torino è una città ricca di monumenti e musei da visitare. Se il tempo è poco, dedicatelo a quello che vi interessa di più e non a quello che la guida consiglia come "da non perdere".

Per questo, ho escluso il famosissimo Museo Egizio: non sono appassionata di quel periodo storico e avendo davvero poche ore a disposizione, le ho occupate con tante passeggiate ed un solo museo. 

La tappa iniziale è stata Piazza Castello. Evito l'etichetta "da non perdere", perchè l'ho appena denigrata, ma... questa piazza è Torino. E'elegante e minimale, sebbene ospiti due palazzi ricchissimi, Palazzo Reale e Palazzo Madama.

Il primo è la storica residenza della famiglia sabauda. E'visitabile ed è adiacente a un giardino privato, che ha le parvenze di un bosco. Il secondo invece ha origini antichissime, perchè si ricollega alla costruzione della Porta Decumana cittadina in epoca romana ed oggi ospita il Museo civico di Arte Antica. La piazza si collega al salotto piemontese, Piazza San Carlo, di elegante forma rettangolare sul quale si affacciano caffè storici. 

Da lì poi se si prende via Po, raggiungete, dopo una camminata di circa quindici minuti, il fiume omonimo, che è poi il fiume d'Italia. Se avete di passeggiare, il lungo Po offre scorci suggestivi e di notte si anima di localini. Proseguendo per un altro chilometro, raggiungerete il Parco del Valentino, simbolo della città al pari della mole.

Oltre al ricco patrimonio arboreo, potrete ammirare anche il bel Castello del Valentino, il borgo medievale e il giardino roccioso. Consiglio la passeggiata solo con la bella stagione, perchè la zona è ovviamente molto ventilata ed umida.

Tornando in centro, nel periodo natalizio, l'altra cosa da fare è alzare gli occhi: il progetto comunale delle Luci d'Artista è davvero una meraviglia. Rende le strade un po'più fiabesche e colorate. Sportivi che si arrampicano sui palazzi, alberi di Natale stilizzati che riempiono le vie, costellazioni visibili senza telescopio. Ecco, ogni anno varrebbe una visita per osservare le novità.

A questo punto, un'altra cosa da fare è prendere un caffè. Sapevate che quello storico di Torino si chiama Bicerin? Esiste anche il caffè omonimo che dal Settecento lo prepara, ma nel centro storico quasi tutti i bar lo offrono ai loro clienti. Il Bicerin, termine dialettale per indicare bicchierino, è una bevanda ricavata dalla mescolanza di caffè, cioccolata e crema di latte. Una vera goduria per il palato, soprattutto se dovete ristoravi anche dal freddo!

E ora termino con il museo che ho scelto per le mie 24 ore a Torino: il Museo Nazionale del Cinema , ospitato nella splendida Mole Antonelliana. Non fate come me, prenotate i biglietti da casa, magari con la combinazione dell'ascensore che fa raggiungere la cima della Mole. Ho rischiato di fare una fila di 3 ore per visitarli entrambe, ma alla fine le ore contate mi hanno fatto dirigere verso la fila per "solo museo" e sono entrata dopo pochi minuti.
Il biglietto intero costa 10 € e li vale tutti. La parte iniziale si occupa dell'archeologia del cinema, con postazioni interattive dove testare in prima persona queste esperienze rudimentali di immagini animate. Indovinate quali erano le foto che passavano nella macchina, posizionata in questa camera a luci rosse vietata ai minori? ;)


La zona successiva era poi un enorme OHHHH!!! Sono stati ricostruiti i set dei maggiori generi di film: western, fantascienza, horror, cartoon. Ogni volta che varchi una porta sembra di essere trasportati in un altro mondo. Per riposarsi, non c'è altro da fare che stendersi sui comodissimi lettini, posti al centro della "piazza"con vista cupola della Mole e rilassarsi ascoltando musica classica.

L'esposizione proseguiva con cimeli e poster dei film più famosi fino a giungere alla mostra temporanea dedicata a Sergio Leone. Un posto unico e questa volta lo dico "da non perdere".

lunedì 5 gennaio 2015

Relax a Rapolano Terme

Comincio l'anno scrivendo dell'ultima meta del 2014: Rapolano Terme. Avevo bisogno di staccare e di rilassarmi e ho scelto di passare una giornata all'insegna del riposo forzato vicino casa. La cittadina infatti si trova a pochi chilometri da Siena.

Le Terme di San Giovanni mi erano state raccomandate da diversi amici e alla fine della giornata non mi hanno affatto deluso: ne sono uscita nuova e con una pelle morbidissima. Innanzitutto il complesso è davvero bello, sia all'interno sia all'esterno.

Questo ovviamente non guasta: fare un bagno caldo osservando le colline toscane non può che migliorare l'umore. Sono poi ben organizzate e adatte ad amiche in fuga dalla città, a famiglie e a coppie in cerca di un week end romantico.


Sono infatti collegate con il vicino hotel, ma io ho fatto il biglietto per un ingresso giornaliero festivo a 17 €. Include solo l'ingresso alle piscine, ma si possono prenotare trattamenti benessere aggiuntivi. Con una caparra di 5€ potete prendere un lucchetto per riporre i vostri oggetti personali negli armadietti degli spogliatoi: provate a lasciarci anche il cellulare, come ho fatto io...sarà quello il beneficio maggiore.

La piscina interna si trova in una stanza a legno e vetri per godere del panorama esterno. E'molto curata, ma nel giorno in cui ci sono stata davvero troppo affollata!!! C'erano davvero tante persone e confusione, anche nelle vicine stanze relax, dove i lettini sono a pagamento.


Sono quelle esterne la vera meraviglia e vi assicuro che sono riuscita a farci il bagno in una giornata di dicembre in cui le temperature rasentavano lo zero (era prevista neve). Sul fondo si trova un che la gente si metteva sul viso...io non ho avuto il coraggio, perchè sono un po'schifiltosa, ma la mia pelle ha beneficiato lo stesso delle acque terapeutiche.

Ultima nota positiva: il bar. Abbiamo pranzato al self service, che propone una quantità di piatti variegata con un occhio al bio (fate attenzione al dispencer di caramelle). I prezzi sono nella media e tutto era molto buono...specialmente i dolci! 

Le terme sono aperte anche in notturna, con tariffa agevolata e possibilità di cena a bordo piscina. Magari la prossima volta opterò per questa scelta.