giovedì 19 maggio 2016

I due marmocchi, tortelli low cost a Prato

Avete mai assaggiato tortelli fatti a mano? Io, da buona fan della pasta ripiena, ne vado matta e il posto che preferisco per mangiarli è da I 2 Marmocchi a Montemurlo, a pochi chilometri dal centro di Prato.

Ci sono andata diverse volte, non sono mai rimasta delusa e sono uscita sempre a pancia piena. Il posto non è proprio chic, ma l'ambiente è carino e molto giovanile, adattissimo per cene di gruppo. Conviene infatti prenotare perchè si rischia di trovare pieno, anche nei giorni feriali.


La formula che preferisco è quella di antipasti misti e misto di tortelli, con dolce finale: lasciatevi spazio per il dessert, che è sempre molto buono. Dicono che anche la pizza sia saporita e croccante, ma non l'ho mai provata.

L'antipasto misto è comunque molto semplice, composto da covaccini con salse e salumi, mentre i tortelli si scelgono. Consiglio le mezze porzioni per cominciare e non potete perdervi i burro e salvia. Se capitate una sera in cui nel menù sono previsti anche i tagliolini al tartufo, provateli, perchè sono davvero gustosi.

Comunque la pasta è fatta a mano e la quantità abbonda. Fidatevi dei camerieri per ordinare!

Eccoci al conto e qui rimarrete sorpresi: anche se vi sembrerà di aver ordinato per un reggimento, il prezzo a persona è abbastanza contenuto e di solito si aggira sui 20€, comprensivi di vino, acqua e caffè.

lunedì 2 maggio 2016

Venezia in un'ora

Premessa necessaria: non sono qui a dirvi che Venezia è visitabile in un'ora, se volete davvero carpirne l'essenza. Il silenzio del ghetto, l'azzurrognolo delle calli nascoste, la meraviglia che si prova ad entrare in Casa Guggenheim, la Punta della Dogana da cui ci si riempie gli occhi di... Venezia.

Venezia non è una città, è un posto. E'sporca ma elegante, ci sono panni stesi alle finestre e negozi da multimilionari, è famosa per il Carnevale ma anche per festival culturali, come quello del Cinema e la Biennale... insomma Venezia rifugge da ogni catalogazione.


Quello che è sicuro è che è fatta a forma di pesce e se volete scoprirla per bene, l'ideale è camminare: dalla stazione in poi è tutto un saliscendi di ponticini e vicoletti. Tiziano Scarpa con il suo Venezia è un pesce sarà un'ottima guida per la vostra visita: non raccomanda posti buoni per mangiare o negozi in cui comprare prodotti tipici, ma racconta come si vive da veneziano, cosa si mangia, cosa si racconta, cosa si tramanda. E'un libretto interessante e si legge volentieri.

Se invece, come è capitato a me l'ultima volta, avete proprio poche ore per visitare il pesce lagunare, non vi preoccupate: scarpe comode, macchina fotografica al collo e organizzazione. 

Allora, innanzitutto bisogna decidere come arrivare. Abbiamo optato per il Terminal Fusina, dove si può lasciare la macchina e raggiungere il centro città via mare con 13€. Si trova nella zona industriale e il parcheggio è proprio adiacente al camping omonimo. Tenete presente che la partenza è oraria e che occorrono circa 20 minuti per arrivare a destinazione.


Ne abbiamo approfittato per mangiare Al Batel, un barretto affollatissimo vicino al terminal. Abbiamo preso due panini con carne e melanzana, due pizzette, due spritz, acqua e caffè, spendendo circa 16€. La proprietaria parla dialetto e quello che abbiamo mangiato era molto buono.

Aspettando la nostra imbarcazione, ci siamo rilassati in mezzo alla gente del posto, che si era portata da casa sdraio e asciugamani per poter prendere il sole in relax. 

Una volta in mare, il contrasto tra la zona industriale e il centro è evidentissimo e man mano che ci si avvicina alla fermata Zattere, si può osservare un altra differenza tra la Sacca Fisola, zona tranquilla e residenziale, e il sestiere di Dorsoduro, con l'Università Ca'Foscari e la Chiesa di Santa Maria del Rosario, davanti alla quale sbarchiamo.


A questo punto, ci siamo addentrati in Campo di Sant'Agnese, che sembrava una piazza provenzale alla luce del sole primaverile. Ci siamo diretti verso il Ponte dell'Accademia, dove la folla si è moltiplicata: ristorantini turistici, gondole con sedute a forma di cuore, reflex che scattavano la tipica foto del Canal Grande e verso l'insolita mostra contemporanea a Palazzo Cavalli Franchetti.

Ci siamo destreggiati tra vicoli pieni di negozi di miniature, profumi, maschere e ventagli fino ad arrivare alla spettacolare piazza San Marco. Ogni tanto fermatevi però perchè per quanto possa essere splendida la piazza con i suoi ori e i suoi colonnati, il fascino di Venezia secondo me risiede nei vicoletti, nelle finestrelle arabeggianti, nei giardini nascosti. 


Il Palazzo del Doge, il Ponte dei Sospiri per poi entrare nella hall dell'Hotel Danieli: si può fare senza essere cacciati e ne vale la pena, perchè sembra di entrare in una grande alcova da mille e una notte, con tende e decorazioni auree.

Si torna indietro, oltrepassando un minuscolo giardino pubblico; la direzione questa volta è la gondola traghetto a Santa Maria del Giglio, che ci ha permesso di attraversare il Canal Grande con la tipica imbarcazione a soli 2 €. Se ne volete sapere di più, leggete il post sulle gondole low cost.

Siamo passati davanti al Peggy Guggenheim e abbiamo proseguito verso la fermata Zattere gustandoci il quartierino di artisti e designer. Non lontano infatti si trova anche l'Accademia delle Belle Arti.

Una volta arrivati al terminal, ci è rimasto il tempo di una cartolina. 
Durata dell'itinerario: un'ora garantita! Dalle 14.20, quando siamo scesi alle zattere, alle 15.30, quando abbiamo ripreso il traghetto verso Fusina.

Non ci credete? Provare per credere! :P