sabato 4 ottobre 2014

Rimini Gurkha War Cemetery, un luogo dove ricordare

Fin da quando ero piccola i cimiteri "degli stranieri" mi hanno sempre incuriosito. E'vero che la storia che li legava all'Italia mi appassionava e sapere che erano così lontani dalla loro terra di nascita, lontani dal ricordo dei loro cari, mi inteneriva. Ogni tanto ho anch'io un animo romantico.

L'Italia centrale è, secondo le strategie militari del 1944, la Linea Gotica, che saliva a seconda del territorio conquistato dalle truppe alleate che l'anno precedente erano sbarcate in Italia con l'intento di liberare la penisola dai tedeschi, a fianco dei partigiani. Non sto a dilungarmi sulle incongruenze sorte tra i diversi schieramenti e su come in quel periodo non si scontrassero solo soldati, ma anche ideologie.

Fatto sta che dopo aver visto Miracolo a Sant'Anna, il film di Spike Lee del 2008 (tratto dall'omonimo libro di James Mc Bride), ho riflettuto sul fatto che in prima linea venivano mandate le divisioni composte da minoranze etniche, perchè così erano suddivisi gli eserciti degli alleati angloamericani. Nessuno me lo aveva insegnato a scuola.

Passando dalla superstrada che collega Rimini a San Marino, a pochi chilometri dal casello di Rimini Sud, questa casettina di mattoni, che portava la dicitura Gurkha War Cemetery, aveva catturato la mia attenzione, ma i cancelli erano sempre chiusi e io dei Gurkha sapevo ben poco.


Poi visitando il Museo della Linea Gotica di Montegridolfo ho scoperto di più su queste truppe considerate particolarmente valorose. I Gurkha erano originari del Nepal e la loro arma tradizionale era un lungo coltellaccio, chiamato kukri.

Una mattina, ho poi trovato i cancelli spalancati e non ho esitato a fermare la macchina per andare a dare un'occhiata. Appena entrati, un atrio conserva la memoria storica del luogo: su di un lato, una cartina storica dell'Italia su cui sono tracciate le diverse linee di battaglia; in una teca, un quaderno delle dediche; in un'altra, il documento che affida il luogo alla cura del Commonwealth War Graves Commission.


E poi il prato, disseminato di lapidi bianche su cui oltre al nome e all'età del soldato, è rappresentato anche il grado con emblemi di guerra. Vicino ad ognuna, un fiore o una pianticella ben curata. Anche l'erba era appena stata annaffiata ed era così morbida che veniva voglia di passeggiare a piedi nudi fino al monumento commemorativo all'apice opposto del cimitero.

Non consiglio questo luogo per una gita domenicale, ma volevo solo ricordare chi in qualche modo si è battuto per la libertà del nostro paese, nonostante fosse a sua volta oppresso da un padrone straniero. 

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