lunedì 4 agosto 2014

Io viaggio da sola, un libro per ogni viaggiatrice

Mi sono imposta di leggere questo libro un capitolo al giorno, perchè altrimenti lo avrei finito in un paio d'ore. Dalle prime righe, annuivo, sorridevo e sottolineavo: potrei averlo scritto io, mi sono detta. Io viaggio da sola di Maria Perosino (Einaudi) dovrebbe essere letto da ogni donna che ama andare, che si perde nelle città che frequenta per lavoro o per passione, che non si vergogna ad andare al ristorante da sola.

Forse è meglio mangiare le ostriche in due invece che da soli, ma non mangiarle del tutto è ancora peggio.

Ad essere sincera, le ostriche non mi piacciono e sono più golosa di filetto o semplicemente di pizza, ma se sono in giro da sola e mi accontento di un panino cartonato al primo bar che mi capita e lo trangugio in fretta, senza godermi il piacere di gustarmi i sapori... beh, il mio umore peggiora di sicuro!

Essere esigente con me stessa è una cosa che ho imparato con il tempo. Non ci si deve mettere da parte solo perchè si esce senza accompagnatori: vestiamoci come più ci piace, prendiamoci il nostro tempo, rallegriamocene. Non è un dramma andare in giro con noi stesse.

Ancora però sono una novellina: non ho ancora avuto l'occasione di andare in viaggio, per qualche giorno, da sola. Ho fatto lunghi viaggi in macchina e in treno senza nessuno vicino, sono andata al ristorante, ho camminato per strade sconosciute, ho visitato posti nuovi, senza il bisogno di compagnia, ma il pallino di stare per qualche giorno con me stessa ce l'ho e forse sarà uno spunto per una mia prossima destinazione.

La Perosino parla del modo in cui portare le valigie, senza avere il bisogno di un forzuto accompagnatore: chi l'ha detto che quando siamo da sole, dobbiamo accontentarci di un misero zaino? Racconta del piacere di viaggiare in treno, un amore che condivido. 

Descrive anche eventuali accompagnatori e accompagnatrici di viaggio e il loro modo di modificare le dinamiche della vacanza. Spiega poi il concetto di vacanze intelligenti, esponendo concetti forse scontati ma mai banali.

E'intelligente andare alla National Gallery, se non ci importa niente di arte e quadri? E'intelligente fare trekking sul Monte Rosa, se camminare ci affatica terribilmente? E'intelligente fare shopping in via Montenapoleone, se le uniche marche che conoscete sono quelle dei vestiti?

Per Maria (e ancora una volta, anche per me), la vacanza intelligente è quella fatta su misura, quella calibrata sui nostri interessi e sulle nostre tasche. Non dobbiamo per forza salire sulla Torre di Pisa, se la nostra Lonely Planet la mette tra una delle cose imperdibili da fare in Toscana, magari avremmo più soddisfazione a stenderci in Piazza dei Miracoli per riposarci alla maniera pisana.

A volte si tratta di riscoprire i luoghi in cui si vive: chi lo ha detto che è necessario andare dall'altra parte del mondo per divertirsi? I modi di viaggiare sono talmente tanti e talmente personali che darne una definizione è impossibile. Per me sono accomunati solo da tre caratteristiche: apertura, curiosità e meraviglia.

Apertura verso l'incontro con l'altro e con quello che si ha intorno; curiosità a 360° e occhi tondi di stupore di fronte alla bellezza del mondo: secondo me si viaggia così. Chi sono io per criticare chi lo fa andando a Gatteo Mare, piuttosto dell'avventuriero che scala il Nanga Parbat?! E poi, il viaggio è solo spostamento?

Scusate, sto divagando, ma i pensieri della Perosino mi hanno dato modo di pensare e ripensare a quello che per me è una parte essenziale della vita. Attraverso i viaggi sono cresciuta, mi sono innamorata, ho fatto amicizia e ho scoperto nuove passioni. E per voi, cos'è viaggiare?

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