mercoledì 3 settembre 2014

Bomarzo: il parco dei mostri più gotico d'Italia

 Tu ch'entri qua pon mente parte a parte  
et dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte
Il Parco dei mostri di Bomarzo è un posto senza tempo. Avrete di sicuro presente l'immagine classica del mascherone con la bocca e gli occhi spalancati, che è diventato il simbolo del giardino. Ecco, il resto vi sorprenderà perchè è difficile farsi un'idea precisa su quello che si vede.

Si passa da statue colossali a miniature, da un anfiteatro classico a una casa pendente, che sembra essere progettata da un architetto avanguardista. Simbologie esoteriche e mitologiche accompagnano le iscrizioni del Principe Orsini: ammonimenti, invocazioni, comunicazioni solenni e ironiche.

Foto di F. Bartolini
Sembra un luogo perfetto per ambientare un film di Tim Burton, perchè riesce a essere gotico e simpatico allo stesso tempo: per me è un binomio quasi inspiegabile! E'quindi una meta perfetta se avete bambini, ma lo è ancor di più se siete appassionati del genere.

Si trova a pochi chilometri dal piccolo borgo di Bomarzo, ben conservato e dalle stradine ripidissime. Il parcheggio non è grandissimo e una volta entrati nella moderna biglietteria, troverete tutto quello che vi serve. Il parco è aperto tutti i giorni dalle 8.30 al tramonto, ma prenotando con qualche settimana di anticipo, è possibile organizzare per gruppi numerosi una visita notturna con suggestive musiche rinascimentali.

Il biglietto intero costa 10 € e prima di entrare nel giardino dei mostri, passerete il negozietto di souvenir, il bar e il self service, che ho provato per pranzo e può essere una soluzione comoda per chi vuol risparmiare tempo e denaro, senza pretendere un'alta qualità. Ad ogni modo, potete attrezzarvi anche per un pic nic nella zona verde che precede l'ingresso al sito turistico, dove c'è anche un barbecue a disposizione. 


Il Sacro Bosco di Bomarzo è stato fortemente voluto da Pier Francesco Orsini, il firmatario delle frasi che leggerete in giro per il parco, nel XVI secolo e da subito fece così tanto scalpore che divenne oggetto di studio per numerosi artisti. Le figure scolpite nella pietra sono talmente varie che trovarne una correlazione è impossibile.

Dopo la morte dell'Orsini, il giardino fu abbandonato e restaurato solo nella seconda metà del Novecento da Giancarlo e Tina Bettini, sepolti nel tempietto greco. La celebre statua dell'orco con la bocca spalancata sembrava essere la dimora di un pastorello e del suo gregge e esistono testimonianze fotografiche a conferma di questa ipotesi. Numerosi studiosi hanno provato a dare un'interpretazione, ma al di là delle singole simbologie sembra impossibile trovare un filo conduttore.

Foto di Francesco Bartolini
Provate ad entrare nella casa storta: è un'esperienza psichedelica. La testa gira e sembra di perdere ogni punto di riferimento. Un altro visitatore parlava della volontà dell'Orsini di ingannare la ragione, per far pensare con il cuore. Non so se l'interpretazione sia corretta, ma a me è piaciuta parecchio.

Chi con ciglia inarcate et labra strette non va per questo loco 
manco ammira le famose del mondo moli sette

Foto di Francesco Bartolini

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