Quest'anno si celebra il centenario della Prima Guerra Mondiale, un "conflitto moderno", come viene definito nei libri di scuola, al quale l'Italia partecipò dal 1915 e, diciamocelo, non fece proprio una bella figura di coerenza diplomatica.
E'stata una guerra di trincea e vi avevo già raccontato della mia passeggiata tra le linee di battaglia del Monte Grappa e delle suggestioni che evocavano. Quest'anno sono capitata davvero per caso ad Asiago, in provincia di Vicenza.
Ancora per caso mi sono girata verso il Sacrario Militare e ho visto che vi si stava svolgendo una cerimonia ufficiale. Ancora per caso ho ascoltato le parole di un soldato che ha combattuto in quelle terre, ma...andiamo con ordine.
Asiago è la capitale dell'altopiano dei Sette Comuni, dal quale prende il nome la battaglia del 1916, degli Altipiani appunto, che portò alla distruzione completa della città e a una perdita inimmaginabile di uomini sia sul fronte italiano, sia su quello austroungarico.
Strafexpedition, la chiamavano i tedeschi. Spedizione punitiva contro gli italiani, entrati in guerra contro i suoi alleati di sempre. Ancora oggi è possibile rendersi conto delle condizioni di (non) vita di questi giovani, a volte giovanissimi, soldati, visitando i luoghi delle battaglie.
Gli itinerari della Grande Guerra nella zona sono diversi e sono visitabili diversi cimiteri, sacrari e forti. A me era venuta voglia di fare una passeggiata sull'inespugnabile Monte Ortigara, ma la giornata di pioggia e il poco tempo a disposizione non lo ha permesso.
Ci siamo invece soffermati sul Sacrario Militare, che troneggia sulla cittadina e sembra vegliare su di lei. Come quello del Monte Grappa, ha un'architettura tipicamente fascista e gli anni di costruzione sono stati di fatti gli anni Trenta. E'anche una tappa del Sentiero della Pace, che collega lo Stelvio alla Marmolada.
Al di là della lunga lista di nomi e di "milite ignoto", le due salette museali riescono a ricostruire un quadro storico più completo sul periodo storico. Questa volta abbiamo avuto la fortuna che ci fosse una visita guidata, in occasione di questa cerimonia che ha previsto una messa all'interno del sito e una parata ufficiale.
Ci siamo messi ad ascoltare la guida, dopo aver osservato qualche lascito di ex militari e fotografie d'epoca: telefoni da campo e macchine fotografiche si alternavano a elmetti malmessi e a armi nelle semplici teche.
La guida, scusandosi per il poco tempo a disposizione (il Sacrario ha orari di apertura abbastanza rigidi), ha voluto far leggere a uno dei presenti una lettera, scritta da un soldato, che il giorno dopo sarebbe sceso in trincea. I poveri fogli sono stati rinvenuti molti anni dopo e il nome del ragazzo è tra quelli dei dispersi della Grande Guerra.
La ragazza ci ha tenuto a sottolineare quanto fosse prezioso un contributo del genere: oltre all'impossibilità oggettiva di reperire carta e penna, la maggior parte dei militari di allora non sapeva né scrivere né leggere.
Inutile dire che la commozione era palpabile quando le semplice parole scritte da un giovane ai genitori sono risuonate nell'aria. Cosa diceva? Quello di cui si parlerebbe tutti, sapendo di rischiare la propria vita il giorno dopo. Si scrive di amore, si scrive con un coraggio che forse non abbiamo ma vogliamo trasmettere ai nostri cari, si scrive di quello che si vorrebbe che la famiglia facesse in futuro.
Una sorta di testamento, in cui lasciava i suoi pochi averi ai fratellini, che aveva il rimpianto di non conoscere bene, partito troppo presto per questa Grande Guerra, che era orgoglioso di combattere. La Patria è una parola vuota però di fronte alla Vita.
Siamo usciti dal Sacrario riflettendoci.
Foto di F. Bartolini
Ciao! Mi piacerebbe visitare Asiago :) alcuni miei parenti Liguri in realtà, vengono proprio da lì e poi emigrarono durante i tempi di guerra. La mia bisnonna Ermelinda era nata in quelle zone e infatti aveva un cognome austriaco!
RispondiEliminaCiao Valentina! Te lo consiglio: sotto Natale poi ha un'atmosfera così calorosa!!! Bisogna che tu vada alla ricerca delle tue origini ;)
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