Si dice che il Museo del Bargello di Firenze sia il più importante museo di scultura rinascimentale al mondo ed in effetti accoglie al suo interno opere d'arte straordinarie. Passeggiando da Piazza San Firenze, la semplicità del Palazzo del XIII secolo trae in inganno.
L'edificio fu costruito in epoca comunale per accogliere il Capitano del Popolo, poi il Podestà ed infine il Consiglio di Giustizia. Ha quindi modificato il suo aspetto a seconda dell'organo che andava ad ospitare, ma ha conservato l'eleganza della forma e dei decori.
Solo nella metà dell'Ottocento il Bargello, chiamato così per il nome delle guardie della città di cui era stato sede per tanto tempo, viene recuperato per diventare museo. Piano piano, la collezione si arricchisce fino a raggiungere le dimensioni attuali. Adesso, il secondo piano è chiuso per restauri.
I grandi nomi si sprecano, leggendo le didascalie che affiancano le opere e la Sala di Donatello e quella di Michelangelo sono di certo le più visitate: amanti del disegno si accoccolano vicino alle statue (prima su tutte, il David in bronzo di Donatello) per ricopiarne l'espressione, la tensione dei muscoli, la flessuosità.
Oltre a rimanere impressionata dal cortile interno, dagli stemmi appesi alle mura, dalla scalinata che porta al bellissimo loggiato, sono rimasta colpita dalla Fontana della Sala grande dell'Ammannati, che sarebbe stata sistemata in Palazzo vecchio. A parte le dimensioni, la composizione, l'arcobaleno su cui si siede Giunone, mi è piaciuta la simbologia che sta dietro alla personificazione dei personaggi: i quattro elementi e le virtù di Firenze, Prudenza e Fiorenza.
Così, leggendo le didascalie, ho scoperto altre storie che stavano dietro al marmo bianco, ma per chi, come me, è un po'digiuno di storia della scultura, sarebbe meglio farsi condurre da una guida, che aiuterebbe ad apprezzare meglio i tesori del palazzo.
Quello che poi mi sono goduta sono state le enormi finestrone: alcune davano sui tetti, da altre si vedeva il Palazzo vecchio, altre ancora si affacciavano sul cortile interno. Mi sono appoggiata, guardando il panorama e prendendo appunti. Mi sono seduta sulle sedie per assaporare meglio l'atmosfera di quelle sale infinite. Complice la poca affluenza e il silenzio, ho proprio vissuto il museo.
Eppure il museo è aperto solo la mattina, fino alle 13.50 e il biglietto intero costa solo 4 €. Varrebbe la pena, non solo per visitare le sale dei grandi, ma anche quelle che racchiudono tesori insperati. Un esempio è la Sala Carrand, in cui mi sono divertita a osservare oggetti stranissimi e più o meno antichi.
Sapevate che i giullari avevano bastoni con teste dal sorriso demoniaco scolpite sulla cima? Conoscevate gli orologi solari in dimensione portatile? Avete mai visto una sfera armillare? E il flabellum non è altro che l'antenato del comunissimo ventaglio: che nome aristocratico, però!
Ecco, forse sarò un po'ignorante, ma questi oggetti mi hanno fatto sognare e la speziera portatile l'avrei anche portata a casa, se non avessi rischiato la galera. Ma rubare non è l'unico peccato che si può commettere al Bargello.
Il detto infatti dice: Tu suoni come la campana del Bargello. Tradizionalmente infatti rintocca quando accade qualcosa in città...proprio chi ha la lingua un po'lunga.
Se cercate un souvenir insolito, appena usciti vi troverete davanti a Silelibero Monili: un giorno o l'altro gli orecchini con pietra e giglio fiorentino (18 €) saranno miei! Fermatevi davanti alla vetrina, ci sono davvero tanti bijoux carini e a costi ragionevoli.
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