Il mito del giardino giapponese arriva anche in Italia. Ci si immaginano bonsai e laghetti di carpe, ponticelli di pietra e lanterne. Devo dire che dal vivo le fantasie non sono state deluse, ma non è il paesaggio a colpire di più.
Appena ci si avventura in un giardino in Giappone, cala un silenzio irreale e tutto si confonde: non si distinguono gli alberi secolari dagli arbusti, l'acqua si fonde alla vegetazione in un sistema così armonico che è difficile isolare ogni singolo elemento.
La calma, la pace di questi luoghi non si può descrivere. Anzi, facendolo mi sembra di banalizzare quello che si prova a passeggiare per quelle stradine ordinate.
Ci sono giardini ovunque in Giappone: nelle abitazioni e nei palazzi imperiali progettati per il piacere estetico, mentre quelli dei templi buddisti sono creati per la meditazione. Quelli che descriverò sono quelli più belli che ho incontrato volutamente o per caso nel mio viaggio.
Il primo è il Kenroku- en a Kanazawa, uno dei tre giardini più belli del paese. Il nome infatti significa "giardino che combina 6 caratteristiche", riferendosi all'armonia tra spazio, serenità, viste panoramiche, uso di acque e fontane, architettura del paesaggio.
Il giardino vanta la fontana più antica del Giappone e un alternarsi continuo di verde, laghetti, cascate. Bere il tè nella Yugao- tei è stata un'esperienza indimenticabile: ci si toglie le scarpe e si entra in questo piccolissimo ambiente, risalente al 1774. Ci si siede in terra, intorno a tavoli bassissimi e si beve un tè matcha dal sapore unico, accompagnato da un dolcetto dello stesso verde acceso.
Unica distrazione: il panorama. La saletta infatti è affacciata su una cascata che finisce in un fresco laghetto, impreziosito da un ponte di pietra grigia e una grande lanterna dello stesso materiale.
L'altro giardino è quello del Santuario della Pace Nazionale di Tokyo, lo Yasakuni Shrine, uno dei più controversi templi del Giappone, dove si celebrano tutti i caduti in guerra per l'imperatore e tra di essi si contano anche tanti nomi di criminali.
Ci siamo capitati per caso, ma il posto è davvero particolare. Un torii gigantesco vi accoglie in un viale su cui si susseguono lanterne gialle e all'interno dello spazio sacro, potete assistere (come è capitato a noi) a spettacoli di danza tradizionale, potete fumare in un pulmino anni Settanta, potete venerare le statue degli aviatori circondate da bottigliette d'acqua in onore del caduto, potete visitare il Museo della Guerra, che a noi è stato offerto gratuitamente da una signora del comitato organizzativo.
Camminando nella zona più nascosta si arriva al giardino, che è molto piccolo, ma è stato il primo che ho visto e forse per questo mi è rimasto così tanto nel cuore. E'simpatico comprare il cartoccio di cibo per le carpe e fermarsi a dar loro da mangiare.
A Kyoto poi abbiamo visitato il Palazzo Imperiale, che sorprende per la sua sobrietà fino ad arrivare al ricchissimo giardino. Tutto è perfetto, niente è fuori posto. Qualsiasi fotografia catturerà uno scorcio incantato.
Per la (noiosissima) visita guidata, è necessaria una richiesta scritta preventiva, in cui si dichiara il numero di passaporto di ogni visitatore, regolarmente controllato prima dell'inizio del tour. Il palazzo mi ha impressionato per i suoi spazi vuoti, per le sue stanze spoglie, per la grandezza dei portali, ma è il giardino la vera attrattiva.
La casa del samurai Nomura di Kanazawa nasconde lo stesso segreto: uno dei giardini più spettacolari che abbia mai visto. Sentierini in pietre, carpe gigantesche e la vegetazione che riempie uno spazio che sembra minuscolo, ma che cresce verso l'alto.
Non stento a credere che in questo posto una delle famiglie storiche della città trovasse la pace: riposa la mente, anche solo osservarlo. Informatevi sui prezzi dell'ingresso e provate i dolcetti della pasticceria vicina: imperdibili!
L'ultimo giardino l'ho fotografato da un cancello chiuso, di fianco a un tempio, nei pressi del castello di Osaka. E'il tipico giardino zen, con pietre e ghiaia, in cui le prime rappresentano la vegetazione e la seconda i corsi d'acqua. E'un ambiente totalmente meditativo, ma mi piace così tanto che ho provato a copiarlo in miniatura a casa con un bonseki (letteralmente, "rocce su vassoio") fatto da me.
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