sabato 5 dicembre 2015

Mangiare giapponese a Firenze...secondo me

Quelli che vi consiglierò non sono i migliori ristoranti di sushi di Firenze: ce ne sono tanti di più belli, di più raffinati, di più caratteristici. Il centro è pieno di locali del genere. I ristoranti di cui vi parlerò sono quelli che preferisco perchè hanno 3 cose in comune.

Innanzitutto sono economici: la formula all you can eat non è sempre una garanzia. A volte si rischia di scadere in una bassa qualità dei cibi o in scelte di piatti risicate. Nei "miei posti" non si sacrifica nulla: il low cost non è sinonimo della filosofia dell'accontentarsi.

Sono poi ben raggiungibili, in macchina, a piedi o con i mezzi. E questo a Firenze è un valore aggiunto che fa la differenza.

E poi... molto semplicemente ci si mangia bene!


Ma andiamo con ordine: partiamo dal primo, che per me è il più gustoso. Olshi Sushi in Borgo Ognissanti. Dal fuori non promette niente di buono ed il locale è effettivamente piccolo e stretto, ma appena vi arriva il primo piatto tutto il resto non conterà più.

Il menù non è molto vario, ma con la formula all you can eat si possono ordinare barche di sushi e maki davvero buonissime. Io ho un debole per i maki fritti: i miei vestiti se ne ricordano sempre una volta tornata a casa.

I camerieri sono gentilissimi e molto disponibili. E'un posto adatto per cene informali e in famiglia. Unico neo: la colonna sonora con musica pop orientale...non ce la posso proprio fare!

Costo: 12€ a pranzo, 23€ a cena.

Passiamo poi a Itacho Sushi, poco lontano, vicino a Porta al Prato, a due passi dall'omonimo parcheggio. Le sale sono grandi, ma un po'buie. In ogni caso, è sicuramente più adatto dell'altro per cene con gruppi numerosi.

Il menù è più vario e sono previsti anche alcuni piatti thai, che però non ho mai provato. Il Niwa, principalmente thai con alcuni sprazzi di jap, è proprio di fronte: se avete voglia di provare un altro tipo di cucina orientale, ve lo consiglio.

Comunque da Itacho le nostre ordinazioni sono arrivate in tempo e tutto era molto buono. E'attivo anche il take away.

Costo: 10.90€ a pranzo, 19.90 € a cena.

Ho lasciato per ultimo il più carino, Sushi Hama 2, a Novoli, un quartiere un po'più decentrato, ma raggiungibilissimo sia con i mezzi pubblici sia con quelli propri: è a pochi chilometri dall'autostrada e nei dintorni il parcheggio è gratuito.

A pranzo è frequentato dagli studenti universitari: prenotate perchè è sempre pieno. A cena è più tranquillo e le sale sono curate nei minimi particolari e molto pulite. 

E'il "fratello" del Sushi Hama di via Allori, poco lontano, che però non ho mai provato.

Tutti i piatti sono ben serviti e molto leggeri. I sapori sono molto delicati. Non mi piace molto il servizio, perchè tutti i camerieri sono molto sbrigativi e qualcuno non parla bene l'italiano: dipenderà anche dai ritmi frenetici dei clienti, ma se proprio devo trovare una pecca...

Costo: 9.90€ a pranzo, 19.90 € a cena.

mercoledì 7 ottobre 2015

Synchronicity a Prato: una mostra da scoprire

E'iniziata il 25 settembre e proseguirà fino al 10 gennaio 2016 la mostra Synchronicity, Contemporanei, da Lippi a Warhol al Palazzo Pretorio di Prato. Chi mi conosce sa che amo questo museo: mi piacciono le ampie sale, i corridoi affrescati, i caminetti monumentali e la vista sulla città che si gode dalle finestre.

Chi mi conosce sa che amo l'arte contemporanea, quindi... non ho aspettato tanto prima di andare a dare un'occhiata a questa esposizione quanto meno coraggiosa.

Fino ad adesso l'antico palazzo del comune, rinnovato da qualche anno, aveva ospitato mostre piuttosto tradizionali. Il fare da ospite a installazioni e videoarte è stato un passo davvero all'avanguardia e secondo me, azzeccato.


Il biglietto ridotto costa 6 € e tutto sommato, si spendono volentieri. La mostra di per sè ha delle vere e proprie chicche, come la famosissima Gioconda con i baffi di Duchamp, e i nomi in catalogo sono altisonanti: da Marina Abramovic a Daniel Spoerri. Non vi aspettate un'esposizione lineare però.

Se le prime sale sono riservate al contemporaneo, già al primo piano si mescolano le tele di Fontana a pale d'altare auree e così si prosegue fino alla fine del percorso. Può essere un po'fuorviante e l'architettura del palazzo contribuisce a rendere la visita una sorta di caccia al tesoro. 


Si comprende però meglio quel concetto di synchronicity, elaborato da Jung, che ha poi dato il nome alla mostra.

Devo poi spendere due parole per la collezione permanente del museo: mi piace proprio tanto. Attraversa i secoli e abbraccia una serie di tematiche che contribuiscono a elaborare uno spirito pratese. Lo scultore Lipchitz ha inoltre donato una serie di sculture di forte impatto.

Un'altra novità è l'apertura del tetto: adesso si può osservare lo splendido panorama di Prato non solo dalle strette finestrelle! Da una parte, il Duomo e i tetti ordinati delle case del centro; dall'altra i campanili si mescolano alle ciminiere: non dimentichiamoci la vera natura della città.


martedì 25 agosto 2015

Rimini Dog Friendly

Portarsi il cane in vacanza è ormai diventata una consuetudine e il cartello "tu non puoi entrare" affisso sulle vetrine di ristoranti e negozi sta lasciando sempre più il posto a segnali in cui si dà il benvenuto agli amici pelosetti.

Questo era il mio primo vero anno in vacanza con il cane. Negli anni passati, con il mio beagle Leo affittavamo appartamenti in Versilia, senza però portarlo sulla spiaggia. Invece con Gibba, un bellissimo corso di quattro anni, ci siamo spaparanzati al sole nella località balneare più famosa d'Italia, Rimini

Proprio qui infatti è nato il primo bagno per cani in Italia. Rimini Dog No problem, al bagnino 82, non solo accoglie gli animali, ma offre loro spazi ad hoc, assicurando anche ai padroni una vacanza all'insegna del relax.

Troverete un'area sgambatoio attrezzata e aperta a tutti, dove due volte al giorno potete consultare un'esperta comportamentista per cani; ci sono docce attrezzate per lavarli e rinfrescarli; al vostro arrivo vi saranno consegnate una ciotola e un annaffiatoio da portare all'ombrellone per assicurare sempre acqua fresca al vostro quattrozampe.

C'è inoltre la possibilità di poter prenotare uno spazio recintato con brandine e ombrellone, dove il vostro cane potrà stare libero, senza la preoccupazione del guinzaglio. Abbiamo scelto questa opzione e ci siamo trovati benissimo, socializzando con il "vicinato": i cani dopo pochi giorni si riconoscevano annusandosi attraverso le cannicce che ci separavano. Attenzione ai bagni in mare però: il rischio di multe è davvero molto alto, anche negli orari indicati come meno sorvegliati.



I prezzi sono onesti e la convenzione con gli alberghi dog friendly assicura uno sconto. Per una settimana abbiamo speso 175€

Abbiamo scelto uno degli hotel convenzionati, il Diamond, un tre stelle a pochi passi dalla spiaggia, e ci siamo trovati benissimo. I gestori sono stati amichevoli e disponibili e al posto della matrimoniale standard che ci avevano promesso, ci hanno riservato una stanza con un bel balcone proprio per Gibba. La camera era molto spartana ma allo stesso tempo comoda.

Il prezzo è stato di 44€ al giorno, a persona, per la mezza pensione. I cani non sono ammessi nella sala da pranzo, che si trova nel vicinissimo hotel Derby, ma per noi non è stato un problema. La scelta dei piatti era molto varia, un buffet di verdure assicurava un contorno ricco e tutto quello che abbiamo ordinato era all'altezza di un ristorante, dal pesce ai dessert.

Anche la colazione non ci ha deluso e abbiamo usufruito anche della piscina. Dimenticavo...il parcheggio è gratuito: nel garage dell'albergo per chi non vuole spostare la macchina, a dieci minuti a piedi per chi invece preferisce avere la libertà di prenderla anche durante il soggiorno. Tenetene di conto: parcheggiare non è facile e economico in zona.

Insomma, il Diamond è un albergo che consiglierei, soprattutto per l'atmosfera familiare che vi si respira. I proprietari con la loro cagnetta Mela, i loro bimbi, la signora Mirka, la portiera di notte che ci ha fatto conoscere i bomboloni dello Gnam Gnam e ha passato con noi ore a chiacchierare e a ridere fino alla mattina: il Diamond è un albergo gestito col cuore.

E per il mangiare? Nota dolente per i dintorni di Bellariva: abbiamo trovato tutti ristoranti spennaturisti dalla qualità mediocre. Uniche eccezioni sono la piadineria della Lella e il ristorante di pesce Da Lele. Tutti e due però sono spesso molto affollati e poco adatti ai cani.

Se non avete problemi a prendere la macchina, vi consiglio la piadineria Le Fontanelle: è immersa nel verde e i tavoli sono molto distanziati. Gibba ha goduto del fresco della collina, mentre noi ci gustavamo la nostra piada sfogliata in piena tranquillità.

Sempre con la macchina, abbiamo fatto un'escursione notturna al Castello di Montebello, che si dice abitato dal fantasma di Azzurrina, una bambina albina misteriosamente scomparsa nei sotterranei della fortezza. La visita è durata un'ora e se nel pomeriggio la guida vi illustrerà la storia della rocca, in orario serale è il risvolto esoterico ad essere messo in primo piano.

Ci aspettavamo una spiegazione da "Mistero", ma il ragazzo che ha accompagnato il nostro gruppo è stato molto competente e non è mai scaduto nel banale. Gibba ci ha accompagnato in tutte le stanze e non si è scoraggiato neanche di fronte a scalinate ripide. La sua proverbiale flemma non lo ha abbandonato: di sicuro non ha percepito niente di sovrannaturale e alla fine, si è meritato i complimenti e le coccole dello staff.

mercoledì 15 aprile 2015

Fish Pedicure a Firenze: che effetto fa?

Non avevo mai fatto una pedicure, non sono un'affezionata dell'estetista, ma per puro amore del cameratismo, ho accettato di passare una mattinata in relax tra amiche al Florence Fish Kiss, un posto insolito nel pieno centro storico di Firenze.

Avevo visto solo all'estero queste vasche piene di pesciolini che pare abbiano effetto benefico sulla pelle e sull'umore. Mi ero rifiutata di utilizzarle a Camden Town, perchè troppo affollate, ma in questo negozietto la storia cambia.

Si è accolti dal sorriso della proprietaria e da una musica soft. Le postazioni sono 5 e per una seduta di 15 minuti il prezzo è di 15 €: è vero, non proprio economico, ma un lusso ogni tanto non guasta mai.


Può anche essere adatto ai bambini che vengono invitati a familiarizzare con le vasche prima immergendovi le mani: per loro un quarto d'ora diventa lunghissimo.

Per prima cosa, vengono fatti lavare i piedi con acqua e sapone neutro, poi si va alle postazioni e si immergono contemporaneamente i piedi: fa un po'effetto vedere che i pesciolini si radunano ad aspettare la "preda".

La proprietaria ci ha infatti raccontato che questa specie, i Garra Rufa, proviene dalle acque dolci della Turchia e nei giorni di poco lavoro, si muovono nelle vasche ricercando il movimento della gente che passa. Sembra proprio che abbiano bisogno di baciare!

E di baci veri e propri si tratta, perchè loro non hanno i denti. Mi aspettavo un contatto più ad effetto ventoso, invece sono molto delicati. La loro azione riduce la durezza della pelle, grazie alla rimozione delle cellule epiteliali e poi...che rilassamento!!

giovedì 19 marzo 2015

In Calabria ho scoperto che...

Sono stata poco in Calabria, ma grazie a una guida d'eccezione, un'amica storica dell'arte, sono riuscita ad assaporare in poco tempo quello che rende questa terra così affascinante. E in Calabria ho scoperto che...

...non si mangia solo piccante
e per una che, come me, non lo ama, è stata una scoperta grandiosa. Il primo pranzo in Calabria è stato veramente sorprendente e non solo perchè la bella terrazza di Don Diego a Pizzo Calabro offre un delizioso scorcio sulla costa, ma anche perchè i piatti ordinati mi sono piaciuti molto per la delicatezza e la semplicità degli abbinamenti. 

Vi dico solo: polpo e fragole e fileja con pesce spada, mandorle e limone. Si attinge alla tradizione, ai sapori del posto e ovviamente non si può non provare il tartufo di Pizzo come dolce, specialità locale.

...le sirene non nuotavano
Il mito antico delle sirene narra che questi esseri dalle forme femminili fossero in realtà per metà uccelli e non pesci, come siamo abituati oggi a immaginarle. L'immagine attuale è dovuto a una successiva fusione con tradizioni celtiche, ma quello che viene testimoniato dai reperti archeologici che narrano la storia di Ulisse alle prese con le sirene presso Scilla e Cariddi, è che appunto questi esseri volassero attorno al leggendario eroe. 

Scilla non ho visto nessun mostro marino, ma una vista mozzafiato sul mare azzurrissimo della Calabria e tante stradine che dal mare si abbarbicano ripide verso il castello.

...la Magna Grecia esiste davvero
Tutti hanno studiato a scuola che il Meridione d'Italia è stato colonizzato dai greci, in antichità, e che il nome dato a tutti questi possedimenti fosse Magna Grecia, appunto. Non ho mai avuto fantasie specifiche sulla "Grande Grecia", ma quando ho visitato il sito archeologico di Locri ho avuto proprio l'impressione di non essere tanto lontana dal continente ellenico.

E'vero i reperti del sito urbano sono quasi dei ruderi, ma il museo è ben organizzato e racconta i modi di vita di allora: una quotidianità ben organizzata e moderna per l'epoca. In alcune teche si possono osservare strumenti da lavoro e giocattoli, oltre ai classici vasi ed ornamenti.



...bisogna sanificarsi prima di vedere i bronzi di Riace
Questa è stata una scoperta sconvolgente invece. Entriamo nel rinnovato Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e iniziamo la nostra visita parziale, rispetto alla collezione che verrà esposta da fine aprile in avanti, stando a quanto ci ha raccontato l'addetta alla biglietteria. Insomma superiamo l'arioso atrio centrale, il kouros in marmo, un corridoio con opere d'arte contemporanea con i bronzi come tema ed altre sale con sculture di gusto antico. 



Prima di arrivare alla stanza dei bronzi, ci dicono che dobbiamo entrare per piccoli gruppi. Dopo una breve attesa, ci fanno entrare in una stanza con le pareti a specchio, dove è una voce registrata a spiegarci quello che sta succedendo: ci stanno praticamente in qualche modo "purificando" prima della visione dei Bronzi di Riace, che potrebbero essere danneggiati anche dalle onde elettromagnetiche ed è per questo che viene richiesto di spegnere i cellulari. La situazione è stata tanto comica che sono rimasta a bocca spalancata, pensando al tempo in cui hanno resistito sui fondali marini.

Alla fine le altezze regali ci hanno ricevuto e devo dire che fanno il loro effetto tanta è la loro imponenza e la loro umanità: sembrano guardarti negli occhi. Valgono davvero tutta questa fatica!

...Gabriele d'Annunzio per una volta aveva ragione
Il lungomare di Reggio Calabria è davvero il chilometro più bello d'Italia. Non si vorrebbe essere altrove: l'eleganza della pavimentazione, le palme da una parte, la spiaggia e il mare dall'altra, la vista sulla Sicilia. Tutto è perfetto. Il Vate poi non aveva visto le 3 statue di Rabarama che abbelliscono la passeggiata e la rendono ancor più originale.


...amo gli olivi, i fichi d'India, l'agave e le palme
Le strade sono disseminate di eleganti fichi d'India e di alberi cameriere di agave,ma più di tutto amo gli olivi, con quelle radici gigantesche e secolari. Un piccolo particolare da non trascurare...visto che sono allergica agli olivi e ancora ne sto risentendo, dopo aver visitato una terra così verde. Si sa che l'amore è una malattia!

...capisco il dialetto
Questa non me la so spiegare nemmeno io, ma ho avuto poche difficoltà a comprendere la gente del posto che parlava in dialetto stretto. Forse sento un po'mia questa Calabria, che non è una regione, ma un vero e proprio sorriso.

lunedì 2 marzo 2015

Vicenza: una passeggiata in centro e la mostra Tutankhamon Caravaggio e Van Gogh

Vicenza era una delle città del Veneto che ancora non avevo visto, ma di cui avevo letto molto. E'un polo culturale molto attivo e negli ultimi anni la Linea d'Ombra organizza mostre interessanti nella Basilica palladiana. Tutankhamon, Caravaggio e Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento è stata un'occasione per fare una passeggiata tra le vie del centro storico.

La prima cosa di cui ci si accorge è che la star del luogo è l'architetto rinascimentale, Andrea Palladio: numerose sono gli edifici a lui attribuiti e se riuscite a ritagliarvi del tempo per esplorare anche le zone periferiche, ci sono da visitare anche diverse ville dallo stile inconfondibile, austero ed elegante.

L'opera magna è ovviamente la Basilica dal tetto verde, che svetta nel centro della cittadina in Piazza dei Signori, che ricorda tanto una piazza elegante di Venezia. Appena siamo arrivati, infatti, due colonne con statue marmoree ci hanno accolto e ci hanno rimandato a due delle icone della Serenissima: il Cristo Redentore e il Leone, simbolo del capoluogo veneto.

L'edificio, nato come Palazzo della Regione, è davvero particolare e il tetto sembra la carena di una nave rovesciata. Anche gli interni si prestano bene ad essere sede di una mostra, perchè pur essendo molto lineari, rappresentano una location davvero suggestiva, che quasi induce al silenzio e alla compostezza. 

La loggia superiore poi offre scorci sulla Piazza dei Signori e sulla Piazzetta del Palladio, che piaceranno tanto agli appassionati di fotografia. I tetti bassi e le case colorate, con finestre bifore alla veneziana, danno un tocco di vitalità a questa città così elegante, che sembra prendersi tanto sul serio.


Ma veniamo alla mostra... essenziale è la prenotazione on line: 13€ il biglietto con prevendita, ma risparmierete code chilometriche e quindi tempo prezioso per visitare la città. Per la visita, considerate circa un paio d'ore di tempo.

Avete tempo fino al 2 giugno per visitarla e... mi è piaciuta? Ho un debole per le esposizioni organizzate dalla Linea d'Ombra, che sono spesso a tema e quindi danno l'opportunità di vedere buoni dipinti di artisti di fama mondiale all'interno dello stesso evento. Ecco, la mostra sui notturni nell'arte offre la stessa possibilità.

Dai reperti archeologici egiziani, in cui il buio è correlato al concetto di morte, si prosegue con esempi di pittura medievale, moderna e contemporanea di tutto rispetto. Alcuni nomi? Rothko, Monet, El Greco, Turner, Hopper, Gauguin e il mitico Bacon, che mi fa sempre restare a bocca aperta.

I pezzi forti rimangono il Sentiero provenzale di notte di Van Gogh, con le sue tipiche stelle a forma di sole (simboleggiano la salvezza dell'uomo, diceva sempre la mia prof di storia dell'arte), e il Narciso di Caravaggio, perfetto nella forma e nella composizione.



Per pranzo, ci siamo fermati all'Enoteca Prosciutteria Al Topo, proprio nella piazza dei Signori. L'ambiente è davvero bello, con bottiglie di pregio in ogni angolo e arredi in legno. L'atmosfera è molto intima, anche se un po'troppo impostata.

Abbiamo preso taglieri di salumi e insalate, dai prezzi non proprio low cost, ma i piatti erano tutti di qualità e ovviamente la carta dei vini era di tutto rispetto. Un ottimo posto per cene romantiche e aperitivi chic.

Abbiamo parcheggiato vicino al Palazzo Chiericati, la sede della pinacoteca cittadina, opera (ancora) di Palladio. Il prezzo del ticket è risultato essere poco inferiore ai 20 € per una sosta di circa 6 ore, ma è comodo per spostarsi in centro ed è proprio di fronte al Teatro Olimpico, dove si possono comprare i biglietti cumulativi per il percorso civico della città.


martedì 24 febbraio 2015

Da Fortunata, pasta fresca in Campo de' Fiori

Mangiare bene a Roma non è poi tanto difficile per chi come me impazzisce per i piatti tipici del posto. L'Osteria Da Fortunata, proprio vicino a Campo de' Fiori, è stata una sorpresa, non solo per la super carbonara, ma anche per l'atmosfera che vi si respirava.

E'un posto "caciarone": non saprei definirlo altrimenti! Sale piccole e tavoli attaccati con quelli del vicino, con camerieri che si destreggiano in questo caos con la maestria di equilibristi. Sebbene fosse pomeriggio inoltrato ci hanno fatto sedere per il pranzo e il locale era ancora stra pieno.

La particolarità è che la pasta viene stesa a mano, via via che la si richiede: più fresca di così?! Il piatto prescelto viene servito in una ciotolona di terracotta marrone e le porzioni sono abbondanti. I prezzi non sono bassi: per gli strozzapreti alla carbonara ho speso 13€, ma erano sufficienti per un pasto completo.

Non ho provato antipasti o secondi, ma per chi è appassionato della pasta, è un posto da non perdere.

Dimenticavo...sul menù trovate una raccomandazione:

Se annate de prescia, qui nun potete magna; se volete magna dovete d'aspetta
 perchè la roba nostra è fatta a mano e l'intruj nu li famo


mercoledì 18 febbraio 2015

La Certosa di Firenze

Ero già stata da piccola a visitare la Certosa del Galluzzo, quel bell'edificio che sembra un castello delle fate, se si osserva dall'autostrada (purtroppo non l'ho fotografata da questa prospettiva). Mi ricordavo solo il gusto delle caramelle al miele che mi avevano comprato i miei genitori al termine della visita ed è per questo che ho deciso di tornare a dare un'occhiata in un freddo e umido pomeriggio di febbraio.

Il primo punto su cui mi soffermerò è questo: il freddo. Vestitevi bene, soprattutto se portate con voi dei bambini. Gli ambienti sono molto rigidi e sembra che ci sia più gelo tra le mura dell'edificio che all'esterno. Forse il periodo migliore per vedere la Certosa è a primavera.


Gli orari di apertura variano a seconda della stagione: consultateli sul sito per avere la certezza di poter realizzare il tour guidato, che si attiva solo con un minimo di 6 persone. Tenete conto che ce n'è più o meno uno all'ora e potete raggiungere la Certosa sia con la macchina, parcheggiando proprio di fronte all'ingresso, sia con l'autobus di linea, con i numeri 36 e 37.

Quando sono arrivata la visita era già cominciata dalla Pinacoteca e mi sono accodata ad un numeroso gruppo già formato. Ci siamo poi soffermati sulla Chiesa, un ambiente molto suggestivo, progettato secondo le necessità acustiche dei cistercensi che pregano cantando. Passeggiando infatti, vedrete sul pavimento dei buchi che trasformano la stanza sottostante in una sorta di cassa di una chitarra.

La guida, molto preparata, ci ha mostrato le differenze acustiche con cui si percepisce il canto gregoriano nelle diverse zone dell'edificio, e ci ha poi condotto ai chiostri, oltrepassando corridoi scuri, illuminati da vetri decorati.

Il Chiostro maggiore è davvero un posto affascinante e non solo per il bell'affresco di Pontormo che lo decora. Da qui si accede alle celle dei monaci, che in realtà erano dei piccoli alloggi, con anticamera, stanza da letto, giardinetto, vista sulle colline fiorentine. Ognuno era provvisto di una stanza inferiore per lavori manuali, come la falegnameria, e di un piano superiore che serviva per riscaldare o rinfrescare la casetta.

Lì per lì stupisce la loro grandezza: siamo abituati a pensare agli eremiti in luoghi angusti, mentre questa sorta di mini appartamenti sembra proprio confortevole. Il fatto è che i cistercensi non si ritiravano per un periodo all'anno, come accadeva di consueto ad altri ordini, ma prolungavano il loro isolamento per l'intera vita. 

Penso al valore del silenzio, per avvicinarsi alla propria spirituralità, per poter ascoltare se stessi e i propri sentimenti, per costruire un equilibrio fondandolo sulla propria persona. Quanto abbiamo perso in quest'epoca di connessione continua al mondo esterno!

Proprio da queste cellette Le Corbousier ha preso spunto per progettare i suoi progetti di abitazioni popolari. Ma non è l'unico elemento moderno del posto: la guida ha definito "stile Ikea" anche un porta asciugamani e il tavolinetto che serviva per il pranzo dei cistercensi, per la loro semplicità e funzionalità.

Si prosegue poi per altri chiostri e per il refettorio, fino a terminare la visita, ad offerta libera. Dopodiché consiglio di dare un'occhiata al negozietto di prodotti realizzati dai cistercensi. Si tratta soprattutto di distillati, tra cui rosolio, amari, sambuca, grappa, di cui potete fare una degustazione a 2.50€. Vi assicuro che farsi uno shottino in Certosa è un'esperienza divertente...nonchè necessaria dopo tutto il freddo sofferto nel giro turistico! ;)

lunedì 2 febbraio 2015

Bruxelles, dormire low cost vicino al Parlamento Europeo

L'Hotel Du Parlement è stata una scelta azzeccata per il mio week end a Bruxelles, perchè ci ha permesso di spendere davvero poco ed avere un alloggio comodo e senza tante pretese. Si trova davvero a due passi dal Parlamento Europeo, a poco meno di 10 minuti a piedi dalla metro Trone.

Siamo arrivate di sera e i dintorni erano molto bui. Pensavo che trovassimo difficoltà a trovare un posto per cenare, ma in realtà, in pochi minuti a piedi si arriva a Place Jourdan, che rimane viva fino a tarda notte, grazie a localini, dove si può fare una bevuta o un pasto veloce.

Sembra di entrare in una casa privata, con corridoi stretti e specchi ovunque. Il receptionist è stato molto simpatico e appena arrivata, abbiamo intrattenuto una conversazione in inglese sulle bellezze dell'Italia.

La camera era quasi psichedelica: pareti di un color salmone acceso e coperte tigrate. In realtà i letti erano molto confortevoli, i soffitti alti, la finestra gigante e abbiamo dormito serenamente.

Il bagno era un po'piccolino, ma tutto sommato, funzionale. Non abbiamo testato la colazione.

Prezzo a meno di 50 € a notte per camera doppia. Niente male, no?


mercoledì 28 gennaio 2015

Torino, dove mangiare low cost

A Torino ho mangiato low cost, a pranzo e a cena, senza rinunciare alla qualità e alla tradizione. Non ho programmato nulla... diciamo che ho avuto fortuna! ;) Mi sono imbattuta in buoni posti, che mi hanno fatto contenta e si sa che a pancia piena, si sta meglio.

Il primo posto, a pranzo, è stato un bar proprio di fronte alla stazione Porta Nuova. Si chiama Sacchi, come il nome della via in cui si trova, e non ha niente di speciale: né un'insegna accattivante che inviti ad entrare, né una vetrina che offre uno scorcio su un locale ben arredato.

Il Bar Sacchi è il tipico bar, a metà tra il Bar Sport descritto da Benni nei suoi libri e il dopolavoro ferroviario, in cui pranzavo negli anni dell'Università. Insomma, una volta entrata avevo già voglia di uscire. 

Invece mi sbagliavo: il mio panino caldo, mozzarella e prosciutto, era buonissimo. La cameriera ci ha fatto scegliere la farcitura e il pane era fresco. Prezzi modici: abbiamo speso circa 4 € per panino, acqua e caffè.

Per uno spuntino un po'diverso dal solito, invece, vi segnalo PataTò, dove troverete street food di qualità: patate fritte, con o senza buccia, da condire con una quantità di salse da farvi perdere la testa. Ci sono anche altri frittini (mozzarelle, olive...) da poter combinare nel vostro cartoccio, ma sono rimasta sul tradizionale.

Le porzioni sono abbondanti, ancora una volta i prezzi sono giusti e i proprietari davvero simpatici. Si trova in via Po, in pieno centro, a pochi passi da Piazza San Carlo.

A cena, ci siamo imbattute, sempre nella stessa zona, in un cartello che pubblicizzava un menù piemontese a 25 € a persona. Battuta di fassone con robiola, agnolotti al tartufo, brasato al Barolo e dolcetto alle nocciole del Piemonte. Ho rischiato si trattasse di un posto acchiappaturisti, ma il brasato mi ha attirato troppo! ;)

Abbiamo prenotato alla Tabernalibraria un'oretta prima della cena e c'era rimasto l'ultimo tavolo. Il locale era davvero intimo e molto carino, con tanti vini. I piatti ci sono stati serviti velocemente ed era tutto davvero ottimo: il brasato non mi ha deluso, è stato il piatto migliore.

Il posto è risultato essere frequentato da molti toscani, come me, e grazie al proprietario, abbiamo fatto quattro chiacchiere con altri tavoli sulle nostre giornate a Torino. Lo consiglio a chi vuole provare un menù tipico, senza spendere un occhio della testa.


mercoledì 21 gennaio 2015

Bruxelles in 10 foto

Le 10 foto sono poi il mio "best of" del brevissimo viaggio a Bruxelles. E'una città che non ci si aspetta, ricca di contraddizioni e di sorprese. Il lato negativo è stato il grigio: pioggia e nuvoloni non ci hanno dato tregua, ma poi al negozio di souvenir Brussels Corner (i souvenir qui hanno un ottimo design) abbiamo scoperto perchè e ci siamo comprate la t-shirt con su scritto "Belgium, where rain in typical". Svelato l'arcano.

Il lato positivo invece è stata l'ironia, perchè Bruxelles mi ha fatto ridere tanto: dagli stralci di fumetto alle pareti alle buffe statue in bronzo venerate come divinità, dal proprietario dell'albergo che mi ha quasi convinto che la Cappella Sistina si trovasse a Firenze al bar karaoke in cui sono finita alle 2 di notte.
Foto di A. Ferri
1. Le patatine
Comincio dall'inizio, in senso cronologico. Siamo arrivate a Bruxelles che era già notte e non eravamo particolarmente affamate, così abbiamo optato per un maxi cartoccio di patatine fritte da Maison Antoine, un chiosco famoso dal 1948 per le sue numerose salse calde e fredde. 

La mia aveva un nome strano e come al solito mi sono affidata all'affinità linguistica per scegliere: non mi sono pentita, sapeva di crauti ed era ottima. Si può scegliere di sedersi sulle panchine di Piazza Jourdan o al calduccio di una delle sue birrerie, convenzionate con la friggitoria.

Stava (che strano!) piovendo e così ci siamo rifugiate in un pub, dal gusto newyorkese e non siamo riuscite ad arrivare infondo al nostro cartoccio infinito, accompagnato da una buona Leffe scura. Ci siamo godute una serata alquanto belga, perchè in giro si vedeva solo gente del posto.


2 e 3. La Grand- Place
Ecco, qua invece si trovano soprattutto turisti, ma come fare a non passarci? Si dice che sia una delle piazze più belle del mondo e su di essa, si affacciano palazzoni eleganti e dorati in stile fiammingo, che di notte si illuminano di colori.

E'proprio al chiarore della luna che la Grand- Place acquisisce, secondo me, un fascino particolare. Calma e tranquillità, interrotta da cori di ragazzi che si siedono in cerchio al centro della piazza e intonano canzoni. La Grand- Place è il cuore della città ed è per questo che si merita 2 scatti.

Foto di A. Ferri
Foto di A. Ferri
4. Il Parco del Cinquantenario
E'un'immensa area verde nel quartiere europeo, dove si respira un'atmosfera rilassata. Le statue delle quattro stagioni ci accolgono al cancello principale, per poi lasciarci alla vista dell'imponente arco di trionfo, che segna l'ingresso ai tre grandi musei, quello del Cinquantenario, quello delle armi e di storia militare e l'Autoworld.

E'un posto tranquillo, adatto per pic nic e passeggiate nel verde, lontano dai circuiti turistici, sebbene la vicinanza ai musei. Così l'ho vissuto io, andandoci di mattina presto: intorno a me signore eleganti con cagnolini al guinzaglio e tanti coraggiosi sportivi che sfidavano il freddo, facendo jogging. Il parco ha un che di romantico e di sicuro le sue statue piaceranno agli appassionati di fotografia.


5. Le gaufre
...o waffle sono un'altra delle specialità del Belgio. Ultimamente anche nelle città italiane si possono trovare queste cialde dolcissime, ma vi assicuro che non hanno niente a che fare con quelle assaggiate in giro per Bruxelles.

Innanzitutto costano pochissimo: gaufre a 1€, condimento dagli 80 centesimi in su. Ho scelto la cioccolata fondente (un'altra delle innumerevoli eccellenze del paese, ma non vi parlerò di cioccolaterie, perchè non avrete che l'imbarazzo della scelta, una volta arrivati nei dintorni della Grand-Place) e...che bontà!

Dove mangiarle? Pressoché ovunque! Il mio posto migliore è di fianco al Manneken Pis e così arriviamo al punto 6.

Foto di A. Ferri
6. Il Manneken Pis
Letteralmente il bambino che fa la pipì. E'una piccola statua in bronzo, che sovrasta una fontana, ed è diventato uno dei simboli di Bruxelles. Le sue origini sono avvolte nella leggenda e la versione che più mi piace è quella, secondo la quale, il ragazzo ha spento la miccia di una bomba che avrebbe distrutto la città, urinandoci sopra.

Fatto sta che il Manneken Pis è diventato un eroe e si è meritato il guardaroba di una rock star. Quando ci sono capitata, ho avuto la fortuna di assistere a una cerimonia commemorativa per il cambio d'abito, dove un gruppo di persone, con il giubbotto con il logo della statua, hanno intonato una canzoncina a lui dedicata. E'stato incredibile vedere l'attaccamento della gente a questo piccoletto e poi...è davvero carino: non lo vedrete mai vestito allo stesso modo!

Foto di A. Ferri
7. Zinneke Pis
A Bruxelles ci sono altre statue che rappresentano persone e animali nell'atto di fare la pipì, ma io ho visto solo il cane, lo Zinneke Pis, sapendo solo dopo dell'esistenza della Jeanneke Pis, la ragazzina. La grandezza è quella naturale di un bastardino, che si ferma proprio all'angolo di una strada e alza la zampetta. E'molto naturale.

Ho visto altre due statue con i cani: una al Parco del Cinquantenario e un'altra in una pizzetta vicino alla Stazione Centrale. Mi è sembrata un'attenzione meritata per i migliori amici dell'uomo.

Foto di A. Ferri
8. I murales a fumetti
Alzate la testa, perchè poco lontano dal Manneken Pis, inizia l'itinerario dei murales a fumetti, che spuntano, insospettabili, sulle facciate di case seriose e grigie. Bruxelles è infatti la città del fumetto ed esiste anche un museo a tema, ma se non avete voglia di stare al chiuso, questa passeggiata fa per voi.

Quello di Lucky Luke dovrebbe essere l'opera più grossa, ma altri eroi dei fumetti regalano un sorriso, come Tin Tin e Asterix e Obelix. Il progetto è iniziato nel 1991 e ogni anno si arricchisce con opere nuove. Vi consiglio di scaricare la mappa dal sito dell'Ufficio del Turismo, nella quale sono elencati tutti i muri dipinti.

9. Birra e moules frites
Delle patatine ho già parlato, ma le cozze accompagnate da questo contorno sono il piatto tipico del paese. E'un must, non gli scampa, a meno che...come me, non siate appassionati di cozze e cercate un escamotage per evitarle, senza rinunciare alla cucina tradizionale.

Noi abbiamo scelto Chez Léon, un ristorantino che ci ha sorpreso. Innanzitutto era l'unico senza i cartelli dei menù turistici in questa stradina parallela al corso principale e poi appena si entra si ha l'impressione di arrivare in una casa storica, con tanto si scale di legno scricchiolanti.

Abbiamo cenato al primo piano e abbiamo ordinato cozze fritte e un pomodoro ripieno di gamberetti: tutto era davvero molto gustoso e siamo uscite con la pancia piena. Non abbiamo rinunciato alla birra della casa. Non si può passare da Bruxelles senza degustare un'ottima birra!

Un altro pregio del ristorante, che al mio ritorno, ho scoperto essere il capostipite di una catena internazionale di ristoranti specializzati in cozze, è che si trova a due passi dal Delirium Café, il pub della famosa birra con l'elefantino rosa.


10. I puffi
Non tutti sanno che il Belgio è la patria dei Puffi e ovviamente potete visitare anche il Villaggio tematico oppure comprare un souvenir al negozio puffoso. Io mi sono accontentata di una foto ricordo sotto la grande statua che si trova vicino alla Stazione Centrale.

Peyo, il loro creatore, era di Bruxelles e il racconto della nascita delle piccole creature blu mi fa un po'pensare allo spirito di questa città così particolare. Si racconta infatti che per farsi passare una saliera, Peyo disse a un amico "Passami quel puffo!", inventandosi una parola che ricordasse la forma dell'oggetto. L'altro gli rispose "Ecco il tuo puffo, poi ripuffalo al suo posto!" e per uno scherzo, per un gioco, nacquero i Puffi, personaggi amati da bambini di tutte le età.

Booktrack del viaggio: Igiene dell'assassino di Amélie Nothomb, una simpatica e nera scrittice belga

giovedì 15 gennaio 2015

Torino: cosa ho fatto in un giorno

Avere solo un giorno per visitare Torino è un gran peccato, perchè proprio quando ti abitui alla sua atmosfera algida e misteriosa, arriva il momento di salutarla con una strizzata d'occhio. Forse ci tornerai, forse no, ma la città non può lasciarti indifferente.

Sono arrivata a Torino all'ora di pranzo, alla Stazione Porta Nuova. Raggiungerla con il treno è la soluzione più comoda ed economica, se non si vuole uscire dal centro città. Ho scelto il Freccia Rossa, approfittando delle tariffe scontate del Sabato 2x1, ma anche le offerte di Italo sono molto convenienti.

La prima cosa da fare è capire come vi sposterete durante il vostro soggiorno. L'autobus era per me quasi un obbligo, visto che l'ostello in cui dormivo non era centralissimo. In questo caso, il ticket giornaliero, che permette di muoversi con autobus, tram e metro per 24 ore dalla prima convalida, costa 5 € ed è conveniente rispetto al biglietto singolo che ha una durata di 90 minuti e costa 1.50 €.

Ed arriviamo alla visita della città vera e propria: dovrete fare un'attenta selezione, in linea con i vostri gusti, perchè Torino è una città ricca di monumenti e musei da visitare. Se il tempo è poco, dedicatelo a quello che vi interessa di più e non a quello che la guida consiglia come "da non perdere".

Per questo, ho escluso il famosissimo Museo Egizio: non sono appassionata di quel periodo storico e avendo davvero poche ore a disposizione, le ho occupate con tante passeggiate ed un solo museo. 

La tappa iniziale è stata Piazza Castello. Evito l'etichetta "da non perdere", perchè l'ho appena denigrata, ma... questa piazza è Torino. E'elegante e minimale, sebbene ospiti due palazzi ricchissimi, Palazzo Reale e Palazzo Madama.

Il primo è la storica residenza della famiglia sabauda. E'visitabile ed è adiacente a un giardino privato, che ha le parvenze di un bosco. Il secondo invece ha origini antichissime, perchè si ricollega alla costruzione della Porta Decumana cittadina in epoca romana ed oggi ospita il Museo civico di Arte Antica. La piazza si collega al salotto piemontese, Piazza San Carlo, di elegante forma rettangolare sul quale si affacciano caffè storici. 

Da lì poi se si prende via Po, raggiungete, dopo una camminata di circa quindici minuti, il fiume omonimo, che è poi il fiume d'Italia. Se avete di passeggiare, il lungo Po offre scorci suggestivi e di notte si anima di localini. Proseguendo per un altro chilometro, raggiungerete il Parco del Valentino, simbolo della città al pari della mole.

Oltre al ricco patrimonio arboreo, potrete ammirare anche il bel Castello del Valentino, il borgo medievale e il giardino roccioso. Consiglio la passeggiata solo con la bella stagione, perchè la zona è ovviamente molto ventilata ed umida.

Tornando in centro, nel periodo natalizio, l'altra cosa da fare è alzare gli occhi: il progetto comunale delle Luci d'Artista è davvero una meraviglia. Rende le strade un po'più fiabesche e colorate. Sportivi che si arrampicano sui palazzi, alberi di Natale stilizzati che riempiono le vie, costellazioni visibili senza telescopio. Ecco, ogni anno varrebbe una visita per osservare le novità.

A questo punto, un'altra cosa da fare è prendere un caffè. Sapevate che quello storico di Torino si chiama Bicerin? Esiste anche il caffè omonimo che dal Settecento lo prepara, ma nel centro storico quasi tutti i bar lo offrono ai loro clienti. Il Bicerin, termine dialettale per indicare bicchierino, è una bevanda ricavata dalla mescolanza di caffè, cioccolata e crema di latte. Una vera goduria per il palato, soprattutto se dovete ristoravi anche dal freddo!

E ora termino con il museo che ho scelto per le mie 24 ore a Torino: il Museo Nazionale del Cinema , ospitato nella splendida Mole Antonelliana. Non fate come me, prenotate i biglietti da casa, magari con la combinazione dell'ascensore che fa raggiungere la cima della Mole. Ho rischiato di fare una fila di 3 ore per visitarli entrambe, ma alla fine le ore contate mi hanno fatto dirigere verso la fila per "solo museo" e sono entrata dopo pochi minuti.
Il biglietto intero costa 10 € e li vale tutti. La parte iniziale si occupa dell'archeologia del cinema, con postazioni interattive dove testare in prima persona queste esperienze rudimentali di immagini animate. Indovinate quali erano le foto che passavano nella macchina, posizionata in questa camera a luci rosse vietata ai minori? ;)


La zona successiva era poi un enorme OHHHH!!! Sono stati ricostruiti i set dei maggiori generi di film: western, fantascienza, horror, cartoon. Ogni volta che varchi una porta sembra di essere trasportati in un altro mondo. Per riposarsi, non c'è altro da fare che stendersi sui comodissimi lettini, posti al centro della "piazza"con vista cupola della Mole e rilassarsi ascoltando musica classica.

L'esposizione proseguiva con cimeli e poster dei film più famosi fino a giungere alla mostra temporanea dedicata a Sergio Leone. Un posto unico e questa volta lo dico "da non perdere".

lunedì 5 gennaio 2015

Relax a Rapolano Terme

Comincio l'anno scrivendo dell'ultima meta del 2014: Rapolano Terme. Avevo bisogno di staccare e di rilassarmi e ho scelto di passare una giornata all'insegna del riposo forzato vicino casa. La cittadina infatti si trova a pochi chilometri da Siena.

Le Terme di San Giovanni mi erano state raccomandate da diversi amici e alla fine della giornata non mi hanno affatto deluso: ne sono uscita nuova e con una pelle morbidissima. Innanzitutto il complesso è davvero bello, sia all'interno sia all'esterno.

Questo ovviamente non guasta: fare un bagno caldo osservando le colline toscane non può che migliorare l'umore. Sono poi ben organizzate e adatte ad amiche in fuga dalla città, a famiglie e a coppie in cerca di un week end romantico.


Sono infatti collegate con il vicino hotel, ma io ho fatto il biglietto per un ingresso giornaliero festivo a 17 €. Include solo l'ingresso alle piscine, ma si possono prenotare trattamenti benessere aggiuntivi. Con una caparra di 5€ potete prendere un lucchetto per riporre i vostri oggetti personali negli armadietti degli spogliatoi: provate a lasciarci anche il cellulare, come ho fatto io...sarà quello il beneficio maggiore.

La piscina interna si trova in una stanza a legno e vetri per godere del panorama esterno. E'molto curata, ma nel giorno in cui ci sono stata davvero troppo affollata!!! C'erano davvero tante persone e confusione, anche nelle vicine stanze relax, dove i lettini sono a pagamento.


Sono quelle esterne la vera meraviglia e vi assicuro che sono riuscita a farci il bagno in una giornata di dicembre in cui le temperature rasentavano lo zero (era prevista neve). Sul fondo si trova un che la gente si metteva sul viso...io non ho avuto il coraggio, perchè sono un po'schifiltosa, ma la mia pelle ha beneficiato lo stesso delle acque terapeutiche.

Ultima nota positiva: il bar. Abbiamo pranzato al self service, che propone una quantità di piatti variegata con un occhio al bio (fate attenzione al dispencer di caramelle). I prezzi sono nella media e tutto era molto buono...specialmente i dolci! 

Le terme sono aperte anche in notturna, con tariffa agevolata e possibilità di cena a bordo piscina. Magari la prossima volta opterò per questa scelta.