Visitare l'Umbria meridionale e non passare per Norcia è quasi impossibile. E'una tappa obbligata per ogni buongustaio che si rispetti, sia per assaggiare sia per fare scorta di salumi pregiati nelle norcinerie che si affacciano sul corso principale. Quello che non mi aspettavo è che fosse lontana solo un'oretta di macchina da un'altra meta gastronomica, Ascoli Piceno.
Sono stata a Norcia in un giorno feriale, ma trovare un parcheggio in tarda mattinata si è rivelata un'impresa. Le strade erano pienissime di gente: tanti gli stranieri e persino qualche comitiva di boyscout. Siamo stati fortunati perchè abbiamo trovato posto vicino alle mura del piccolo centro storico.
Abbiamo deciso di pranzare alla Locanda del teatro, per mangiare comodi e seduti e proseguire a pancia piena lo shopping di ghiottonerie. Abbiamo però scelto un piatto di norcinerie: con questo termine infatti non si indicano solo i locali, ma anche i salumi di suino lavorati con tecniche particolari della zona. Salame di cinghiale, prosciutto, ciauscolo, testa: il colesterolo è andato alle stelle!
Abbiamo mangiato all'aperto, ma gli interni del locale erano davvero eleganti. E'infatti un caffè storico, anche se il servizio è stato molto amichevole e i prezzi nella norma.
Attenzione attenzione! Anche i vegetariani possono visitare Norcia e gustarsi qualche prelibatezza: anche il tartufo è tipico del posto. Della vicina Castelluccio, da cui si gode un panorama mozzafiato, sono invece tipiche le lenticchie, che però non ho assaggiato.
Abbiamo fatto spesa alla Salumeria Lanzi e poi abbiamo visitato la bella Basilica di San Benedetto, costruita sull'antica casa del Santo. Proprio lì di fronte, comprando una cartolina, il vecchio proprietario sentendomi parlare, mi ha chiesto se fossi di Prato. Sorpresa dalla precisione del suo riconoscimento del dialetto toscano, ho domandato come facesse a conoscere la mia città e lui si è messo a ridere: "Signorina, gran parte dei maiali che si lavorava a Norcia veniva da Prato. Si cercavano famiglia per famiglia e nella vostra zona c'erano i migliori."
Inorgoglita per la pregiatezza dei suini miei compatrioti, ho proseguito il mio viaggetto alla ricerca del gusto. Le strade dei dintorni sono immerse nel verde e se potete, godetevi i rigogliosi panorami.
Ascoli Piceno è stata per me una città inaspettata. Ha un fascino un po' spagnoleggiante e un po'veneziano, con rue strette e buie e palazzi eleganti in travertino. Passeggiarci è già di per sè un'esperienza culturale: tutto parla di storia.
Il Palazzo dei Capitani e il suo chiostro interno meritano una sosta, ma è soprattutto la Cattedrale di Sant'Emidio ad avermi entusiasmato. E'un edificio imponente e semplice, che ospita bellissimi mosaici e la cripta del santo, con le sue reliquie, ritrovate grazie a una pianta di basilico che cresceva in maniera spontanea nella basilica. Alzate gli occhi e guardate le volte affrescate!
Una volta usciti, invece, vi meritate la famigerata sosta golosa: le olive ascolane! Cosa vi aspettavate?!?! Non si può andare ad Ascoli senza averle provate e se, come me, non potete partecipare alla Ascoliva, la sagra annuale che si tiene per una decina di giorni d'agosto, potete optare per la soluzione più comoda.
Eccoci seduti da Migliori, dalla parte opposta della piazza rispetto al Duomo. E'un locale con un piccolo chiosco all'aperto e qualche tavolino, mentre l'interno è stracolmo di vini e olio. Le olive nel cartoccio, costate pochi euro, erano davvero ottime. Intramontabile street food! ;)
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