venerdì 31 gennaio 2014

MUSE- Museo delle Scienze di Trento

Le mie aspettative sul MUSE erano davvero alte: ero entusiasta come una bambina mentre facevo la coda per i biglietti, ma non mi sono sentita sola. I bambini erano davvero tanti ed erano contenti come me. E'la prima cosa che mi è piaciuta: vedere le famiglie della zona affollare la biglietteria è davvero una soddisfazione per chi come me crede che al museo ci si possa anche divertire. L'edificio del MUSE è già di per sè un'opera d'arte, creata da Renzo Piano in un progetto di riqualificazione della zona. E'un edificio insolito, che alterna spazi vuoti a spazi pieni: le ampie vetrate permettono un'illuminazione naturale delle grandi sale, che si rimpiccioliscono fino ad arrivare alla terrazza del quinto piano.


Oltre agli spazi espositivi, il MUSE comprende anche laboratori di ricerca, aule didattiche, una caffetteria, una biblioteca e un book shop. Abbiamo iniziato la nostra visita dal piano 0, il più affollato. E'qui che sono esposti giochi scientifici di ogni tipo che ipnotizzano piccini e... grandi. Si può provare a sdraiarsi su un letto di chiodi, ad azionare una molla gigante, a costruire un ponte a volta e a scoprire le nostre zone calde tramite uno schermo. Tutte le attrazioni sono la prova di fenomeni scientifici particolari, spiegati nei pannelli illustrativi.


Intanto dalla rampa delle scale, si possono osservare gli altri piani: animali imbalsamati appesi a seconda dell'altitudine in cui vivono si susseguono fino ad arrivare all'ultimo piano. Di sotto invece, la preistoria: scheletri giganteschi di dinosauri e teschi umani invadono la sala in un'atmosfera che però riesce a non essere tetra, ma anzi giocosa e divertente. Questi geni del MUSE sono riusciti anche a fare un'espressione non terrificante agli animali imbalsamati e alle loro riproduzioni, che di solito sono rappresentati come diretti eredi di satana, con occhi spiritati e denti digrignati. Vasche di pesci tropicali ci accompagnano nella fantastica serra della foresta pluviale afromontana. Qui il clima si riscalda e oltre a cascate e a vegetazione rigogliosa, si possono osservare anche i prodotti della terra della zona.



Anche il primo piano è dedicato alla preistoria e i manichini di uomini e donne che hanno abitato le Alpi milioni di anni fa, sono impressionanti per il loro realismo. Una bella saletta ricrea il miracolo della scoperta del fuoco: ci si siede attorno a uno schermo che pian piano ricrea un focolare e intanto si ascoltano i rumori che provengono dall'accensione e dal crepitio delle fiamme.



Nei piani più alti, vengono esposti reperti geologici, mostre sulle biodiversità alpine e spiegazioni sui ghiacciai. Le meraviglie naturali sono sempre contaminate dal genio umano e così si possono provare anche produzioni tecnologiche all'avanguardia e specialità inventate nel Trentino. Risalendo si arriva alla terrazza panoramica con vista montagne e Mart.


Considerate per la visita un tempo di almeno un paio d'ore. Il MUSE è aperto dalle 10 alle 18 e fino alle 19 nel fine settimana. Il biglietto intero costa 9 €, ma sono previste agevolazioni interessanti per le famiglie. Il mercoledì l'apertura viene prolungata alle 23 con eventi interessanti e il progetto Nanna al Muse permette ai bambini dai 5 ai 12 anni di campeggiare al museo, dopo giochi, caccia al tesoro e spettacoli a tema.



Corso del Lavoro e della Scienza 3, Trento





giovedì 30 gennaio 2014

Villa Groff: dormire in Alto Adige

L'Hotel Villa Groff di Ora/ Auer, sulla Strada del vino dell'Alto Adige, lo abbiamo scelto perchè in rapporto qualità/ prezzo era quello che più ci conveniva nei dintorni di Bolzano, da cui dista una ventina di chilometri. L'esterno è davvero molto suggestivo: una elegante palazzina che sembra una casa signorile immersa in un giardino con piscina e idromassaggio. Di sicuro con la bella stagione l'atmosfera sarebbe stata migliore e poter godere di questi comfort non sarebbe stato male. 

Il centro di Ora non è lontano e si trova a un chilometro dalla pista ciclabile della zona. Il parcheggio è gratuito e ci si arriva tramite una stretta stradina interna. Tutto è curato nei dettagli: scacciapensieri alla porta, siepi rigogliose con diversi tipi di fiori, statue neoclassiche. Anche nella sala colazioni, un'ariosa veranda con vista sui monti, si notano queste carinerie. Alla reception si può trovare tanto materiale informativo sulla zona.

Le camere sono grandi e la nostra si sarebbe affacciata, con una porta finestra, direttamente nella zona piscina. Tutti gli arredi erano nei toni del bianco e del grigio e sui cuscini era posato un biglietto per augurare la buonanotte. Anche il bagno, che sembrava modernizzato di recente, era molto funzionale.


Il prezzo non era affatto basso: 82 € per camera matrimoniale, a notte, ma nella zona non siamo riusciti a trovare niente che ci piacesse. La colazione era ovviamente inclusa ed era davvero varia e attenta alle specialità locali: torte di diverso tipo, miele di dente di leone, marmellate, pane fresco, bacon e affettati, uova soda e strapazzate, acqua di sambuco.

L'accoglienza non ci è sembrata delle migliori, ma in una brutta giornata di gennaio l'atmosfera era scura. Villa Groff è ottimo per soggiorni estivi e per amanti di bicicletta e vino.

via Stazione 80, Ora/Auer


Zur Rose: una cena romantica in Alto Adige

Siamo arrivati a Cortaccia/Kurtatsch di sabato sera, dopo aver cercato nei paesi vicini, lungo la Strada del vino altoatesino, un posto dove cenare: in questo periodo abbiamo trovato quasi tutto chiuso. La proprietaria dell'hotel in cui alloggiavamo ci aveva raccomandato lo Schwarz Adler e quindi ci siamo diretti verso il ristorante, che però era già tutto pieno. A quel punto abbiamo chiesto informazioni su un altro indirizzo e ci hanno consigliato la Gasthaus Zur Rose, poco lontano dal parcheggio in cui avevamo lasciato la macchina. L'insegna indicava una scala, ai cui piedi si trovava una grande botte con sopra una bottiglia di vino e fiori secchi. Arrivati al primo piano, sembrava di essere accolti in una casa del posto: due stanze non troppo grandi tutte in legno, le caratteristiche Stuben, con un'antica stufa di maiolica. Le luci erano soffuse, la musica rilassante e le decorazioni eleganti.


Il menù prospettava pochi piatti e prezzi piuttosto alti, ma... avevamo fame! In realtà ci sono stati proposti anche proposte del giorno e la scelta era incentrata su piatti della tradizione di carne rivisitati dalla fantasia dello chef Arno Baldo ed anche su specialità di pesce. Abbiamo optato per un antipasto di formaggio locale fritto e per due piatti di carne con verdure: una sella di vitello e un petto di faraona. Le ordinazioni sono arrivate con una sana pausa tra l'antipasto e i secondi, precedute da una salsetta a base di erba cipollina, omaggio della cucina. 


Abbiamo scelto un vino bianco locale delizioso e le cameriere sono state attente affinchè avessimo sempre i bicchieri pieni. In realtà il fatto che qualcuno versi l'acqua al posto mio di solito mi agita un po', ma in questo caso la delicatezza e la gentilezza hanno reso questa operazione meno cerimoniosa di quanto mi aspettassi. Ci siamo concessi anche il dessert per la nostra cenetta, che non poteva non diventare romantica. Un fantastico canederlo con gelato alla vaniglia e mirtilli caldi: una goduria per il palato. Quando si dice che un ristorante che ti vizia...


Endergasse 2, Cortaccia
0471 880116

mercoledì 29 gennaio 2014

Egna: il gioiello della Strada del Vino altoatesina

A sud di Bolzano, si snoda la Strada del Vino altoatesina, un percorso adattissimo anche alle bici, che percorre vie tortuose in mezzo ai vigneti. Attraversa paesotti di vallata e borghi arroccati sui monti, che hanno in comune solo il nome bilingue: Tramin /Termeno, dove si produce il Gewurtztraminer, Kurtatsch/Cortaccia, Auer/Ora, Neumarkt/Egna. Proprio quest'ultimo mi è entrato nel cuore: un centro cittadino piccolo e raccolto, nascosto da portici che attraversano tutto l'abitato fino ad arrivare alla maestosa chiesa di San Niccolò.


Abbiamo lasciato la macchina in un parcheggio, gratuito la domenica, poco lontano dalla modernissima biblioteca e da qui partiva una galleria per raggiungere i portici medievali del centro. Abbiamo passeggiato lungo le strade dal selciato ordinato fino a arrivare alla piazza centrale dove una fontana con un principe ranocchio faceva da palo a una famigliola che, vestita da domenica, giocava tranquillamente a calcio. Poco distante c'era anche un Centro informazioni turistiche. Dalla parte opposta, prima di arrivare alla Chiesa, si trovava un cinema- teatro, riconoscibile da maschere tipiche appese alle mura dell'edificio. Il programma appeso all'esterno era ricco e vario, adatto anche agli amanti del cinema d'essay.


Sotto i porticati, pochi negozietti, tra cui uno di Pipe in legno artigianali, la cui vetrina era allestita con queste piccole opere d'arte. Il negozio organizza anche dei mini corsi di artigianato della durata di due giorni, per vacanze diverse dal solito. Anche le enoteche e i bar erano abbastanza ricercati e ci siamo fermati per un caffè al Heidibar, colorato da plaid a fiori all'esterno e altrettanto variopinto nell'interno: una libreria, un divanetto, lavagne con su scritti menù di bevande calde e citazioni. "La tradizione è la salvaguardia del fuoco, non l'adorazione della cenere" si legge su una, "Leggere è pericoloso per la stupidità" si legge su un sacchetto appeso all'ingresso. Depliant con eventi della zona sono sistemati ordinatamente su un tavolino con pietre dipinte all'esterno. 


Il paese più ospitale e caratteristico della zona, ristrutturato e ben tenuto anche grazie alla Wuerth, la grande azienda locale.

Forst: la tradizione altoatesina a Trento

La Forst è la birra altoatesina per eccellenza: fondata da due imprenditori meranesi alla fine del 1800, è ormai diventata la bevanda del Trentino Alto Adige. Per chi arriva a Merano c'è la possibilità di prenotare una visita guidata nella fabbrica storica, ma i suoi locali dislocati nelle città principali della regione, in Valvenosta e a Trieste permettono a chiunque di entrare più a fondo nel mondo della Forst e di provare le birre speciali. Ho provato quello di Trento e posso assicurare che non si tratta di una semplice birreria. Anzi, appena ho varcato la soglia, ho temuto si trattasse di un locale troppo chic per i miei gusti: camerieri in bianco e nero, fila di attesa, tappezzerie eleganti e lampadari fiabeschi. L'edificio è poi un palazzo d'epoca con finestre alla veneziane e rende l'atmosfera ancor più di classe. 


Al bancone si può prendere un aperitivo o una semplice bevuta, ma chi vuole mangiare non rimarrà insoddisfatto: il menù di cucina tirolese è davvero vario. I tavolini sono disposti su diverse sale sia al piano terra che a quello superiore. Il simbolo con i tre alberelli è ovunque: sulle maniglie delle porte, sul bancone. La sala al primo piano, dove abbiamo cenato, era dipinta con affreschi che presentavano scene di vita del luogo: da una parte, la quotidianità al Castello del Buonconsiglio; sull'altra parete, pescatori, contadini e alpinisti in azione.


Benchè non avessimo prenotato e il locale fosse pieno, ci hanno trovato subito un tavolino senza farci attendere. Una volta seduti, ci hanno portato un aperitivo offerto dalla casa: due salse, diversi tipi di pane (tra cui un bretzel gigante) e due birrette da antipasto. La lista è alla portata di tutti: dai wurstel ai canederli, fino a arrivare a pietanze più elaborate. I prezzi non sono bassi, ma se si sceglie un piatto unico, si può risparmiare. Così ho fatto, optando per il Piatto del Mastro Birraio, che comprendeva stinco di maiale, salsiccia trentina, crauti, patate arrosto e un canederlo. Prendendo uno di questi piatti si ha poi uno sconto su un litro di birra Kronen, che viene solo 6 euro. 


Oltre a questo abbiamo preso una caraffa di acqua corrente (l'acqua di Trento è potabile), uno Spiedone con verdure e due caffè: la spesa a persona è stata di 25 € circa. L'atmosfera rilassata, la gentilezza dei camerieri, ma soprattutto il cibo delizioso, rendono il Forst un locale in cui andare assolutamente se vi trovate a Trento.

via Oss Mazzurana 38, Trento
0461 235590

martedì 28 gennaio 2014

Dormire a Trento: il b&b La Malvasia

Il bed and breakfast La Malvasia si trova nella via omonima a Trento, a pochi passi da una pizzeria, un supermercato e un ristorante di sushi. La zona sembra periferica, ma in effetti in una decina di minuti a piedi si raggiunge la ztl del centro storico e il Castello del Buonconsiglio. I dintorni sono abbastanza tranquilli e la stazione ferroviaria è abbastanza vicina. Per chi arriva in macchina, si possono trovare parcheggi gratuiti nelle vicinanze.

Il b&b si trova in una palazzina un po'vecchiotta e appena si entra si arriva nella stanza dove si servono le colazioni. Oltre ai tavolini di legno, un mobile con un bollitore sempre a disposizione degli ospiti, una vetrinetta con una bibliotechina e giornali e depliant a disposizione. 


La nostra stanza era semplice ma comoda e grande: un armadio a muro ritinteggiato di verde, un letto con copriletto e testiera dalle tinte lilla, quadri di fiori alle pareti. Stefania, che ci ha accolto in maniera molto amichevole, ci ha subito chiesto se preferivamo una colazione dolce e salata e prese le nostre ordinazioni, ci ha lasciato le chiavi per il libero accesso alla casa.

La mattina dopo le nostre richieste sono state esaudite: un cornetto alla marmellata e un bel piatto di uova strapazzate, come avevamo richiesto. Ogni camera ha il bagno privato e il libero accesso al Wifi. Sono a disposizione degli ospiti biciclette gratuite.

Costo della camera matrimoniale: 70€, prezzo nella media della zona.

via della Malvasia 77, Trento
331 1173197

giovedì 23 gennaio 2014

Aperitivo toscano al Baraka

Ho lavorato qualche anno a Novoli o comunque l'ho frequentata per motivi universitari e ogni volta che passavo davanti al Baraka ci buttavo l'occhio e non mi fermavo. Mi sembrava un bar come tanti, con in più la pretesa di apparire elegante in un quartiere che tutto è, tranne che di classe. La zona infatti non è proprio bella: palazzoni alti e grigi, un supermercato vicino, un vialone trafficato a tutte le ore del giorno e della notte e dall'altra parte della strada, un parco che ha la vista sui modernissimi edifici del Nuovo Tribunale e dell'Università. Insomma, non è proprio un posto che frequenterei di sera.

Come capita tante volte, mi sbagliavo! In anticipo sulla nostra prenotazione al Ristorante Otto e mezzo, ci siamo concessi un aperitivo al Baraka, che prende il nome da un termine arabo che significa Buona fortuna. Un bell'augurio per ogni cliente! L'ambiente è moderno e gli interni arredati con semplicità. Subito ho buttato l'occhio al buffet e ne sono rimasta stupita: ce n'era davvero per tutti i gusti.


I camerieri, vestiti impeccabilmente di nero, hanno preso la nostra ordinazione e ci hanno portato al tavolo due Spritz degni di lode. Sul bancone erano appesi volantini per pubblicizzare gli eventi organizzati dal Baraka: karaoke di giovedì, aperitivo con gran fritto di mercoledì, musica dal vivo di venerdì. Ogni sera sembra esserci un nuovo evento. In più, il bar è anche un punto pranzo molto frequentato e anche in questo caso il menù cambia quotidianamente.

Il bancone con il buffet poi era davvero ricco: cestini con pane e schiacciata, salse calde per fare i crostini, un paio di tipi di pasta, polenta con gorgonzola, fettine di arista, verdure, trippa e per dessert, cornetti e paste. Insomma la scelta era davvero tanta e in puro stile toscano. Purtroppo i nostri assaggi sono stati limitati ma tutto era davvero buono e il ricambio delle pietanze frequente. Con quello che offrono, ci si può tranquillamente cenare.

Spesa: 7€ a persona. Un posto in cui ritornerò di sicuro!



via di Novoli 75, Firenze

martedì 21 gennaio 2014

Struttura: birra con gusto a Prato

Struttura è una birreria che non ha aperto da molto a Prato e ha come intento quello di farci bere, ma bere bene. Si trova in una zona non centrale, appena fuori le mura della città e con comodi parcheggi nelle vicinanze. Finalmente una birreria bella e di qualità nella mia città!

Ha innanzitutto un pregio che tanti locali notturni non hanno: è ariosa e luminosa. E'infatti a vista, circondata da tante vetrate e gli interni di legno chiaro la rendono ancor più illuminata. Un grande bancone, sempre di legno, troneggia nell'ampia sala, dove tavolini, sedie e sgabelli sono disposti in modo da non dare fastidio ai vicini. Al contrario di tante birreria, questa è molto elegante e non vi si respira quell'aria di chiuso e affollato che proprio mi sta stretta.

Quando siamo arrivati era quasi vuota, ma verso le 23 si è riempita a tal punto che non c'era libero nemmeno uno sgabello al bancone e si è formata una piccola fila di persone in attesa davanti alla porta. Nel menù potrete ordinare anche stuzzichini e crostoni. La cucina è aperta anche per cene e aperitivi, su richiesta. La lista delle birre, artigianali e particolari, è consultabile su grandi lavagne appese ai muri. Ho scelto una Lilith, amara e decisamente di mio gusto. Già aggiunto ai miei posti preferiti nella lista Foursquare!


via Bovio 2b, Prato
335 8128260

mercoledì 15 gennaio 2014

Wabi sabi, un giapponese tradizionale a Pesaro

Proprio vicino al centro storico di Pesaro, si trova il Wabi sabi, questo minuscolo ristorantino giapponese, che non avrei mai notato se non mi ci avesse portato un amico, che lo frequenta ormai da anni. Appena entrati si sembra proiettati in quei locali che tante volte si vedono nei film, ma molto più spesso nei cartoni animati, dove le uniche cose che si vedono sono tavolacci di legno e un bancone stile bar.


I colori caldi del legno rendono tutto molto familiare e intimo. Sebbene tutti i tavoli fossero occupati, si respirava un'atmosfera rilassante. Con il menù arriva anche un omaggio della casa: una specie di legumi un po' piccantini da mangiare e un vassoietto con asciugamani caldi e profumati per pulire le mani. 


Con le ordinazioni abbiamo veramente esagerato: antipasti misti, mix di sushi e maki giganti. C'è chi ha chiesto il bis, ma io ero davvero piena: una sensazione nuova per me in un ristorante giapponese! Era tutto davvero molto buono e presentato con cura. La cameriera poi è stata davvero cortese e paziente di fronte a ogni richiesta. 

Abbiamo concluso con del gelato al tè verde e abbiamo speso circa 33€ a testa, compresa anche una bottiglia di vino. Come si sarà capito, non sono una vera fan della cucina giapponese, ma uscita da Wabi sabi, mi sono promessa di ritornarci: con questo ho detto tutto! :)

Wabi sabi
Piazzale G. Matteotti 3, Pesaro
0721 67510

martedì 7 gennaio 2014

La Vecchia Cucina di Soldano: il pratese vero

In Toscana anche le specialità gastronomiche tipiche risentono del campanilismo ed è per questo che anche la mia città, famosa solo per antiche glorie industriali, ha una storia culinaria capace di soddisfare anche i palati più esigenti. Ecco che allora ho voluto scrivere il primo post del 2014 su quello che, secondo me, è il ristorante più pratese di tutta Prato: la Vecchia Cucina di Soldano.

Non vi posso assicurare che se ci andate, potrete assaggiare i piatti forti cittadini, perchè il menù cambia praticamente tutti i giorni, a seconda dei prodotti di stagione e della fantasia del cuoco. Quello che vi posso garantire è che sembra di sedersi alla tavola di un vecchio amico, pronto a servirti tutte le sue specialità. La trattoria è una delle più storiche della città, a conduzione familiare, e ha due sedi: una in centro, a due passi dal Duomo, e una che si trova in un quartiere che ha subito tanti mutamenti col passare degli anni e adesso è pieno di banche e uffici. 

Di solito vado in quest'ultimo, perchè è a due passi da casa mia e parcheggiare è più comodo; però recentemente ho provato anche l'altro e devo dire che l'atmosfera è davvero simile, anche se ognuno mantiene le proprie particolarità. Appena entrati, vi sembrerà di varcare la soglia di un'osteria di una volta: sedie e tavoli in legno, tovaglie a quadri rossi e bianchi in uno e tovagliette di carta e tovaglioli targati Soldano nell'altro, quadri dappertutto e qua e là antichi utensili domestici nel primo e mostra di un fotografo locale nell'altro. Il locale è sempre pieno e la prenotazione è obbligatoria; la domenica è chiuso

Il menù è scritto a mano su di un foglio fotocopiato, ma sul sito potrete sbirciare su un elenco di pietanze che vengono proposte sempre. Le cose che vi colpiranno subito saranno due: la grande varietà e i prezzi bassi. Per un primo, ad esempio, si spende circa 5 €. Consiglio uno dei piatti classici: l'antipasto alla pratese, che comprende una delle eccellenze della zona, la "nostra" mortadella. I secondi di carne, dai più tradizionali alla selvaggina, sono davvero ottimi, ma se non ne mangiate, potrete scegliere tra ottime alternative, tra cui la scamorza calda con verdure. Vino: rosso della casa da pollice verso.


Come sempre, descrivere i propri posti del cuore non è mai semplice, ma solo a pensare a come si mangia da Soldano, mi è venuta l'acquolina in bocca.

via Pomeria 23, Prato
0574 346665

Soldano Duomo
via della Sirena 10/12, Prato
0574 830913