E'iniziata il 25 settembre e proseguirà fino al 10 gennaio 2016 la mostra Synchronicity, Contemporanei, da Lippi a Warhol al Palazzo Pretorio di Prato. Chi mi conosce sa che amo questo museo: mi piacciono le ampie sale, i corridoi affrescati, i caminetti monumentali e la vista sulla città che si gode dalle finestre.
Chi mi conosce sa che amo l'arte contemporanea, quindi... non ho aspettato tanto prima di andare a dare un'occhiata a questa esposizione quanto meno coraggiosa.
Fino ad adesso l'antico palazzo del comune, rinnovato da qualche anno, aveva ospitato mostre piuttosto tradizionali. Il fare da ospite a installazioni e videoarte è stato un passo davvero all'avanguardia e secondo me, azzeccato.
Il biglietto ridotto costa 6 € e tutto sommato, si spendono volentieri. La mostra di per sè ha delle vere e proprie chicche, come la famosissima Gioconda con i baffi di Duchamp, e i nomi in catalogo sono altisonanti: da Marina Abramovic a Daniel Spoerri. Non vi aspettate un'esposizione lineare però.
Se le prime sale sono riservate al contemporaneo, già al primo piano si mescolano le tele di Fontana a pale d'altare auree e così si prosegue fino alla fine del percorso. Può essere un po'fuorviante e l'architettura del palazzo contribuisce a rendere la visita una sorta di caccia al tesoro.
Si comprende però meglio quel concetto di synchronicity, elaborato da Jung, che ha poi dato il nome alla mostra.
Devo poi spendere due parole per la collezione permanente del museo: mi piace proprio tanto. Attraversa i secoli e abbraccia una serie di tematiche che contribuiscono a elaborare uno spirito pratese. Lo scultore Lipchitz ha inoltre donato una serie di sculture di forte impatto.
Un'altra novità è l'apertura del tetto: adesso si può osservare lo splendido panorama di Prato non solo dalle strette finestrelle! Da una parte, il Duomo e i tetti ordinati delle case del centro; dall'altra i campanili si mescolano alle ciminiere: non dimentichiamoci la vera natura della città.